Albert Lanièce è tornato a sedere sulla poltrona di assessore alla Sanità. Oggi, mercoledì 23 settembre, il Consiglio regionale ha confermato la fiducia con un incarico tecnico e con un voto compatto della maggioranza: 23 voti favorevoli. Nessun franco tiratore come, invece, si temeva alla vigilia. Popolo della libertà e Partito democratico si sono astenuti, mentre i consiglieri di Vallée d’Aoste Vive – Renouveau non hanno partecipato al voto, pur rimanendo in aula.
Voto compatto, anche se qualche tensione è emersa, soprattutto fra i banchi dell’Union Valdôtaine. “Fortunatamente il confronto nel movimento c’è stato, e oggi siamo qui per tradurre le decisioni del movimento – ha detto il capogruppo Uv, Diego Empereur”. Ma aggiunge: “Noi eletti siamo come dei soldati obbedienti. E come soldati obbedienti votiamo”. Una dichiarazione di voto che, evidentemente è rimasta indigesta al presidente della Regione, Augusto Rollandin che gli ha replicato: “Se siete soldati, non siete più solo soldati di leva. I soldati che sono qui hanno partecipato a un percorso politico e hanno scelto di essere soldati”.
Per il presidente della Regione la riproposizione del “tecnico” Albert Lanièce all’assessorato alla Sanità non è un segno di sfiducia verso i consiglieri eletti. “Ad inizio legislatura la scelta – ha detto – era legata ad alcune considerazioni: competenze professionali, profonda conoscenza dell’ospedale e del territorio. Queste capacità sono importanti nella gestione della programmazione da portare avanti nella legislatura”.
Le posizioni più dure, fra i banchi dell’opposizione, arrivano da VdA Vive, per bocca di Roberto Louvin. “Quella di oggi – ha dichiarato Louvin – è una pantomima messa in piedi per non cambiare nulla. Una Corte d’appello e una Corte di cassazione hanno detto che il candidato era ineleggibile, ma di questo non si vuole tenere conto. I panni sporchi l’Uv se li lavi in casa e non tenti di far dire a questo consiglio ciò che questo consiglio non ha da dire”. E da qui la decisione di non partecipare al voto.
Dal canto suo anche il Partito democratico si è espresso per la necessità di un nuovo assessore, soprattutto per imprimere un’accelerazione al governo della sanità. “In teoria, già il primo ottobre del 2008 – ha denunciato Gianni Rigo del Pd – Lanièce poteva essere indicato assessore tecnico per tutta la legislatura. Riproporlo oggi, significa non tenere conto del pronunciamento della cassazione. Siamo preoccupati: è incrinato il rapporto che i valdostani hanno nei confronti delle istituzioni e questo non fa che acuire l’indifferenza nei confronti della democrazia”. Un intervento, quello di Rigo, che ha scatenato le ire della Fédération. E a scaldarsi è, in particolare, Leonardo La Torre: “In modo subdolo cercate di far fibrillare questa maggioranza, ma non ci riuscite. Occhieggiate continuamente alle forze regionaliste forse in vista delle elezioni comunali. E se volete dare lezioni di coerenza, ricordo che Rigo prima dell’estate aveva detto che si sarebbe dimesso dalla presidenza della quinta Commissione consiliare. Ora lo invito a dimettersi per coerenza”. “Mai dichiarata una cosa del genere – ha ribattuto Rigo – ma se la mia presenza è d’impiccio e se me lo chiederanno i commissari, mi dimetterò trenta secondi dopo”.
Il Popolo della Libertà, rimasto l’unico partito a difendere oggi in aula la legge elettorale, ha chiesto una figura di assessore capace di dare impulso e risposte ai problemi della sanità valdostana, dopo un anno e mezzo di “apprendistato da parte di Lanièce”. “Ci asteniamo – ha detto dai banchi del centro destra Massimo Lattanzi – perché è competenza e responsabilità del presidente della regione dare alla Valle una squadra di governo forte e capace. E’ quanto ci aspettiamo ora”.