Alpe: torna in campo Carlo Perrin. L’assemblea costitutiva lo nomina coordinatore

Assemblea costitutiva dell'Alpe all'Hostellerie du Cheval Blanc. Perrin: "Siamo qui con lo stesso spirito del 2006. Nasce oggi un movimento politico, frutto di un atto di coraggio da parte di tutti. Dobbiamo pretendere il rispetto delle regole"
Assemblea costitutiva dell'Alpe
Politica

L'assemblea costitutiva dell'Alpe, nel pomeriggio di ieri, sabato 27 febbraio, ha individuato in Carlo Perrin, il suo primo coordinatore. "Siamo qui con lo stesso spirito del 2006" ha detto Perrin. "Nasce oggi un movimento politico, frutto di un atto di coraggio da parte di tutti. "Dobbiamo – ha aggiunto l'ex presidente della Regione – pretendere il rispetto delle regole". E non ha risparmiato una stoccata alla vicenda Bruno Milanesio e Testafochi, "dalle mie parti si dice che non bisogna mettere il gatto sopra la stanza delle salsicce, la tentazione potrebbe essere troppo grande".

L'assemblea costitutiva, gli interventi
Nel corso di tutto il pomeriggio di ieri si sono susseguiti gli interventi degli aderenti all''Alpe. "La ‘fatwa' lanciata nei giorni scorsi dai vertici dell'Uv, con brutalità e arroganza, per cercare di isolare questo nuovo movimento è il termometro della debolezza di chi tenta di chiudere le porte e le finestre di fronte al cambiamento", ha detto Roberto Louvin. "La nostra – ha proseguito – non è una scelta di comodo o di tattica politica. E' una scelta di fondo, convinta, maturata in anni di battaglie comuni". La nascita di Alpe ha convinto anche Carlo Curtaz: "devo correggermi. Essere qui a celebrare la nascita di un nuovo soggetto politico è la dimostrazione che non siamo poi così scarsi. Siamo solo un po' lenti. Questa è un'enorme opportunità politica, e soprattutto una responsabilità che assumiamo innanzi alla Valle e ai nostri concittadini".

"Il parterre di oggi – dice Franco Vallet – non è meno importante di quello del 2006. Siamo in tanti, ed è importante, in politica il detto ‘pochi ma buoni' non funziona troppo bene. Abbiamo rinunciato alle nostre bandiere, ma a nessuno dei nostri ideali". Lo stesso concetto è stato espresso anche da Patrizia Morelli che ha però portato una nota di autocritica: "mi sembra che nel redigere il nostro programma, per non scontentare nessuno, si sia giocato un po' al ribasso. Dobbiamo avere uno spirito di apertura gli uni verso gli altri e ricordarci sempre che l'azione politica deve servire gli interessi della comunità valdostana". Per Elio Riccarand Alpe è "un partito radicato nel territorio, in grado di promuovere partecipazione e protagonismo sociale. Un partito aperto a tutti quelli che vogliono dare un contributo positivo al cambiamento della politica valdostana".

Odi et Amo: Alpe, Uv e Pd
Il Partito Democratico e l'Union Valdotaine sono stati gli altri due partiti al centro dell'assemblea dell'Alpe. Il Pd è stato invitato all'appuntamento e Raimondo Donzel, il segretario, era presente in sala. Con lui anche Carmela Fontana e Alder Tonino. Il Pd è stato tirato in ballo da molti. La "nomenclatura" dell'Alpe ha proseguito il suo corteggiamento. "Non possiamo cambiare l'attuale sistema da soli – ha detto Curtaz -. Dobbiamo farlo con quelle forze politiche che condividono con noi i valori. Penso soprattutto al Pd, che abbiamo l'intenzione di convincere che stare con noi o con questa Uv non possa essere la stessa cosa". Donzel ha partecipato all'assemblea e in silenzio, dalla platea, ha ascoltato tutti gli interventi, molti non lusinghieri per il Pd. Alcuni osservatori si aspettavano che l'ospite sarebbe stato invitato a parlare, così vuole la "politesse" politica. "Io sono una persona educata – commenta Donzel a caldo – mi hanno invitato, e io vado sempre dove mi invitano".

E' stata evocata spesso anche l'Union Valdotaine, il partito di maggioranza: per Perrin è "una maggioranza bulgara e senza un progetto, che non guarda al futuro ma solo al presente, una maggioranza asservita a Rollandin"; per Louvin è un partito che lancia "fatwe", per Curtaz un partito che impone veti: "nei giorni scorsi – ha raccontato – l'Uv ha messo un veto sul mio nome come vicesindaco di Gressan. La mia colpa è l'aver firmato il manifesto dell'Alpe, se sapessero che ho contribuito a scriverlo mi avrebbero forse mandato al confino".

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