Anche il Comune di Aosta ricorda Giacomo Matteotti nel centenario della sua morte

Anche il Comune di Aosta ha ricordato, con un ordine del giorno della Lega, la figura di Giacomo Matteotti, politico, giornalista e antifascista italiano ucciso da una squadra fascista il 10 giugno 1924.
Giacomo Matteotti
Politica

Nel centesimo anniversario della sua morte, anche il consiglio comunale di Aosta ha ricordato la figura di Giacomo Matteotti, politico, giornalista e antifascista italiano ucciso da una squadra fascista il 10 giugno 1924 per mettere a tacere le sue denunce delle illegalità e della corruzione alla base del regime fascista. Con l’ordine del giorno, approvata all’unanimità, il consigliere di opposizione Bruno Giordano della Lega, porta in primo piano la figura politica di Matteotti, il suo percorso e il suo centralissimo ruolo nella svolta storica del nostro Paese negli anni venti.

Si ricorda l’uomo e la figura di Giacomo Matteotti per la celebre frase – uccidete pure me. L’idea che è in me non l’ucciderete mai – ma noi ora ci ritroviamo a ricordare l’uomo, mentre la borsa, quella di documenti che avrebbero provato i crimini commessi dal regime, non si è mai più trovata. Dell’omicidio Matteotti gli italiani sono facili a dimenticarlo e dimenticano che un paese senza passato non può costruirsi un futuro. E questo mi fa pensare, sono preoccupato per questo stato che, in tutte le sue performance, non discute e non ragiona più ma vive di discussioni interne. Sentiamo un mondo sull’orlo della guerra, dall’Europa e in Europa”.

In risposta il Sindaco Gianni Nuti ringrazia il collega per la proposta e aggiunge: “Giacomo Matteotti oltre ad essere il leader più lucido, carismatico e informato era anche un riformista che si prendeva le batoste da una parte e dall’altra. Critiche persino interne, da Turati e dal partito socialista stesso. Era un uomo libero e che prima di parlare cercava di imparare quello che serviva per essere convincente. Sarà per questo che per le persone che non amano la libertà è diventato un elemento da attaccare post mortem”.

Gli interventi, tutti d’accordo nel sottolineare l’importanza e l’attualità di questa figura, si sono conclusi con un minuto di silenzio.

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