Anche in Valle il Partito democratico regge ma non cresce

Nel 2007 quando fu incoronato Walter Veltroni, votarono più di 3 milioni e mezzo di italiani. In Valle parteciparono alle primarie in 3.345 persone, esattamente mille persone in più rispetto a domenica scorsa. Un risultato che deve far riflettere.
I banchetti delle Primarie del 25 ottobre
Politica

Il Pd esiste ancora ed è ancora vivo. E' questo il dato più significativo che emerge dalle ultime primarie del 25 ottobre. Un risultato per nulla scontato. Dalla sua nascita ad oggi, a livello nazionale, il partito di Veltroni, Franceschini e Bersani, i tre segretari che si sono alternati alla guida del movimento in meno di tre anni, si è distinto per la confusione che regna e regnava al suo interno e per l'aver perso circa 4 milioni di voti nelle ultime elezioni. Le primarie danno quindi un segnale forte, il popolo del Pd c'è e crede ancora nel progetto di un partito unitario, forte, serio e sereno che sia una solida alternativa al governo delle destre.

Sono stati circa 3 milioni gli italiani che si sono recati nei molti "gazebo" sparsi per il paese per esprimere la propria preferenza, e per scegliere un segretario tra Bersani, Franceschini e Ignazio Marino. L'esito, ormai stranoto, ha visto la vittoria dell'ex Ministro diessino che ha superato quota 50 per cento. Anche il PD valdostano ha dimostrato la sua vitalità, e una forte presenza della sua base elettorale, con 2.345 votanti, anche qui vittorioso Pierluigi Bersani.

Il risultato, per il partito guidato da Raimondo Donzel (candidato unico alla segreteria regionale per le due liste presentate) è particolarmente importante, perché arriva nell'autunno caldo che precede le elezioni comunali della prossima primavera. All'ultimo congresso locale del movimento hanno partecipato – ad esclusione dei Verdi – i rappresentanti di tutti i partiti locali. Tra questi molti corteggiatori, in particolare Il Galletto e l'Union, interessati al pacchetto di voti che i Democratici possono portare nella città di Aosta. Già in quell'occasione il segretario aveva sottolineato l'importanza delle primarie "A prescindere da quale sarà il risultato è importante che la gente vada a votare", solo in questo modo il Pd diventava appetibile come alleato.

Buona affluenza quindi. E' quello che dicono tutti, ed è vero. La gente è andata a votare. Il Pd è vivo e regge. Ma è pur vero che c'è stato un calo di voti rispetto alle ultime primarie, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Nel 2007 quando fu incoronato Walter Veltroni, votarono più di 3 milioni e mezzo di italiani. In Valle votarono in 3.345 persone, esattamente mille in più rispetto a domenica scorsa. Sono due contesti diversi, è innegabile, ma anche il calo, seppur non enorme, è innegabile.

Se alle primarie del 2007 e del 2009 aggiungiamo quelle del 2005, in cui si scelse Romano Prodi come candidato Premier il calo è ancora più forte, in quell'occasione votarono 4 milioni e 300 mila italiani. Ma in quest'ultimo caso il paragone è veramente troppo forzato. La situazione politica era completamente diversa, e non furono solo gli elettori di un partito a esprimere la loro opinione, ma gli elettori dell'intera galassia della sinistra (comunisti, verdi e dipietristi compresi).

La differenza tra il 2007 e il 2009 dovrebbe comunque spingere i vertici del Pd a una riflessione. Se è vero che il partito regge è anche vero che non cresce. Questo, forse, è il problema. La prossima mossa dovrebbe essere quella di far crescere il partito. Le voci di una dipartita di Rutelli fanno pensare che succederà l'esatto contrario. E in fondo l'Italia è andreottiana sin nel midollo, per cui è sempre meglio tirare a campare che tirare le cuoia.

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