“Il nostro è un movimento politico nuovo, che coinvolge un buon numero di giovani e che punta l’attenzione direttamente sul sociale”. La Destra, il partito di Francesco Storace, si prepara all’appuntamento elettorale di fine febbraio anche in Valle d’Aosta presentando come unico candidato (la lista figurerà infatti soltanto per il Senato della Repubblica) il suo segretario regionale Paolo Dalbard.
Dalbard, allevatore di Pollein, promette in Senato una battaglia incentrata sui classici temi della destra, anzitutto quello della sicurezza: “La Destra è un partito fortemente militante, concentrato sulla dignità sociale dei cittadini, dei quali ci preme anzitutto la sicurezza”. Aumento della sicurezza che Dalbard identifica con la reintroduzione delle frontiere: “La Destra non chiede di uscire dalla Zona Euro – spiega il segretario – ma chiede semplicemente il ripristino delle frontiere, per poter facilmente controllare i flussi migratori e sapere con certezza chi entra e chi esce dal paese. I nostri valori sono quelli che perseguiamo storicamente, come il recupero di un sentimento fortemente nazionalista, unica vera via per cambiare questo sistema”.
Altro punto nel programma de La Destra è la “ricostruzione della bilancia economica d’Italia: nel sussidiario delle scuole medie ci hanno insegnato alcuni valori come la suddivisione del sistema economico in tre settori, primario, secondario e terziario, che ormai si sta perdendo e confondendo sempre più, ma che sarebbe importante ridefinire. Da allevatore infatti – prosegue Dalbard – sono sicuro che si possa creare, ad esempio nel settore primario (quello delle colture e dell’allevamento, ndr) un gran numero di nuovi posti di lavoro che siano peraltro in completa sicurezza”.
Riguardo quello che è l’argomento ricorrente di questa campagna elettorale, la difesa dello Statuto Speciale valdostano da un governo centralista e dalle direttive burocratiche europee, Dalbard taglia corto: “In Valle l’autonomia non è mai davvero esistita, e qui, nonostante si citino in continuazione le parole di Chanoux, nessuno sa cosa significhi davvero”.