“Non andrò a votare perché ho la piena e la totale fiducia nei nostri eletti e nelle scelte che sono state fatte. E questa è la linea che chiederemo ai nostri iscritti e ai simpatizzanti”. Ultimo fra i partiti della maggioranza regionale, anche l’Union Valdotaine si è espressa oggi, martedì 30 ottobre, per l’astensione al referendum che chiederà ai valdostani, il 18 novembre prossimo, di esprimersi sulla costruzione del pirogassificatore.
“La possibilità del non voto è prevista dall’articolo 75 della Costituzione – ha sottolineato il presidente dell’Uv, Ego Perron – anche questa è un’opzione pienamente democratica. Ora chi ha proposto la raccolta firme deve avere la forza di convincere il maggior numero possibile di persone, senza chiedere ad altri di sostenere lo sforzo per raggiungere il quorum”. A meno di un mese dal voto, dunque, anche il movimento di maggioranza relativa ha sciolto la riserva sull’orientamento di voto. Una scelta tardiva, a detta di alcuni. Ma Perron smentisce qualsiasi frattura interna: “Abbiamo espresso la nostra posizione quando ci è parso giusto. Non ci sono visioni diverse all’interno del movimento”. Poi qualche stoccata all’opposizione: “Questo referendum è stato trasformato in un voto politico contro la maggioranza e contro l’Uv. Uno scontro caldeggiato da Alpe e mi dispiace che il PD che inizialmente aveva avuto un atteggiamento più responsabile sia poi sceso sul terreno dello scontro”.
E infine una riflessione sui costi: “Il costo di questa consultazione sarà di 450mila euro. Una spesa di cui avremmo fatto molto volentieri a meno”.