Altro giro consiliare, altro ‘pantano’ per l’assemblea del Capoluogo che si blocca per quattro ore discutendo una mozione che ha portato il Consiglio a scomodare Rousseau, Montesquieu, Orwell, tirando in ballo anche la riforma ‘La Buona Scuola’, la teoria gender e tutto un campionario di accuse, turpiloquio, insinuazioni e tensioni tutte interne all’aula, nonché all’ennesimo ‘sgarbo istituzionale’ al Sindaco Fulvio Centoz da parte del suo partito.
Il ‘casus belli’ questa volta è stata una mozione di Lega Nord e UVP dal titolo ‘Gender’ che impegnava l’amministrazione comunale ad “agire sulle autorità scolastiche preposte perché non vengano adottati, e se già presenti ritirati dalle scuole, i libri e il materiale informativo che promuove la teoria del gender; a fare in modo che la teoria gender non venga introdotta negli istituti scolastici; a rispettare il ruolo predominante di genitori nell’educazione all’affettività degli figli, in ottemperanza al diritto internazionale e alla Costituzione repubblicana affinché ci sia un effettivo coinvolgimento dei genitori e delle famiglie nelle strategie e nei programmi educativi delle scuole aostane”.
La mozione, emendata su proposta (accettata dai consiglieri di Lega e UVP) della consigliera di Stella Alpina Jeannette Migliorin, ha mandato su tutte le furie quasi tutta la minoranza (Alpe, Altra VdA, MoVimento 5 Stelle ed il consigliere Vincenzo Caminiti, UV) che ha abbandonato l’aula non prendendo parte alla votazione e ritenendo la mozione ormai un’iniziativa altra, non più affine allo spirito originario dell’atto. Quindi non votabile. L’emendamento, del resto, cambia la mozione sin dal titolo che diventa ‘Recepimento delle direttive MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca’ nella quale, per dirlo con Migliorin, si possano “recepire i contenuti della riforma ‘La Buona Scuola’, con i genitori messi al corrente delle declinazioni delle autonomie scolastiche, potendo decidere così di iscrivere i figli nelle istituzioni più vicine ai propri valori educativi”.
Dopo quattro ore di discussione il Sindaco ha infine ‘promosso’ la mozione emendata chiedendo ai suoi di votare a favore: “È evidente che l’emendamento cambia sostanzialmente la mozione ma lo fa, giustamente, in un’ottica istituzionale e meno ideologica”. Missione compiuta solo a metà – nonostante l’invito, come sempre su temi di tale complessità, al ‘voto di coscienza’ – dal momento che è stato lo stesso gruppo del Partito Democratico ad astenersi in blocco. La Lega invece, al netto degli strali dei colleghi di opposizione, porta a casa l’approvazione di una sua mozione con 18 voti favorevoli, 3 astenuti e 9 non votanti.