Il Comune di Aosta è ancora in una fase di stallo. Il problema che si è posto, praticamente dal 10 marzo, è quello dei 'Niveaux différents', quello di rimbalzare il 'problema' politico regionale – il ribaltone che ha portato al governo Marquis – sull'amministrazione del Capoluogo.
A volerlo però non è stata la nuova maggioranza regionale, ma quella vecchia con Epav – la parte di Stella Alpina che fa riferimento a Baccega e Lanièce staccatasi proprio a seguito del cambio di giunta, e rimasta stretta alleata dell'Uv – e l'Union Valdôtaine stessa, seppur con qualche distinguo.
Nel fuoco incrociato del 'gioco delle parti' è finito Carlo Marzi, saldamente all'assessorato comunale alle Finanze che ora traballa perché, nella funzione di segretario di Stella Alpina, ha avallato il piano di disarcionare Rollandin dalla presidenza della Regione, da cui lo scisma all'interno degli stelluti. Ora Epav vuole la testa di Marzi sul piatto, ma non mancano le resistenze.
Nonostante le bocche siano assolutamente cucite, sembra ormai chiaro che le visioni – in una maggioranza comunale che in due anni ha vissuto parecchie tensioni interne – sono molto differenti, con attori e mire molto diverse.
Epav, mirino puntato su Marzi
Chi ha una posizione chiara pare essere Epav: Marzi deve pagare il 'ribaltone' perdendo la poltrona assessorile e finendo, de facto assieme a Jeanette Migliorin, in minoranza in Consiglio comunale.
Questa la linea, con Luca Girasole pronto a prendersi un assessorato e con Delio Donzel che dovrebbe restare in giunta, sebbene alcune voci lo vogliano addirittura – dopo dieci anni alla guida del dicastero all'Ambiente – alla Presidenza del Consiglio.
Pd, i dubbi sul rimpasto e il richiamo dell'assessorato
Chi sta nel guado è il Partito Democratico. Da un lato il sindaco Fulvio Centoz non vorrebbe né ritirare le deleghe a Marzi, né mettere mano alla sua giunta. Oltre a fare i conti con gli alleati, però, il Primo cittadino di Aosta sta cercando di leggere quello che avviene all'interno della sua stessa parte politica.
Il Pd, ad oggi, con la rottura a metà di Stella Alpina, è di fatto il secondo partito per eletti in Consiglio esprimendo appunto il Sindaco, il Presidente del Consiglio Michele Monteleone e altri tre consiglieri: Antonino Malacrinò, Pietro Verducci e Antonio Crea che rappresenta la componente Psi. In giunta c'è il solo Centoz, con Monteleone che, per esperienza e competenze, potrebbe anelare ad un posto assessorile in sostituzione – non per forza al Bilancio – di Marzi.
Il tormento del Sindaco pare quello di non voler essere troppo vincolato dalle politiche regionale, anche perché il suo recente richiamo alla 'stabilità anzitutto' del Comune sembra parlare chiaro. E qui, sulla stabilità, entra il terzo giocatore sulla scacchiera, quello che pesa di più e anche il più complesso.
La “DésUnion Valdôtaine”?
Chi, paradossalmente, sembra più in difficoltà è proprio l'Union Valdôtaine. Guidati dall'alto, ovvero dall'ex presidente della Regione Augusto Rollandin e dal presidente del Mouvement Ennio Pastoret, la linea dovrebbe essere quella di restituire a Marzi e a Stella Alpina il 'favore' del ribaltone, ma non manca una resistenza interna.
Su nove eletti, tre sono i 'fedelissimi' a questa visione, ovvero Cristina Galassi, Nicola Prettico e l'assessore all'Istruzione Andrea Paron, favorevoli al rimpasto di giunta. Per gli altri il terreno si fa più scivoloso, e l'aria che tira la dice lunga, tra voci di 'scelta fatta' e direzione univoca, e sensazioni di un gruppo, anche qui, spaccato.
In questo pesano anche le 'correnti interne' dell'Uv, improvvisamente divenute 'esterne', con l'assessore Valerio Lancerotto da sempre vicino ad Antonio Fosson, staccatosi dall'Union per creare il gruppo Pour Notre Vallée, oppure con Luca Zuccolotto, che la tessara Uv non l'ha mai avuta e che è sempre stato vicino alle posizioni di un altro esule, Leonardo La Torre.
Posizioni distanti da Rollandin che aumentano i dubbi del Leone rampante, e non di meno quelli di Centoz che chiede un documento politico che gli dia garanzie sulla tenuta di una maggioranza a 18 invece che a 20.
La III Commissione e la "prova del 9"
Banco di prova decisivo per capirne di più potrebbe essere la III Commissione consiliare convocata per domani mattina, martedì 16 maggio, alle 9.00.
In ordine del giorno, oltre alla discussione sul ricorso straordinario al Presidente della Repubblica sul regolamento comunale di contrasto all'azzardopatia fatto dai gestori dei locali con macchinette, c'è la spinosa questione dell'elezione del Presidente della 'terza' dopo le dimissioni di Vincenzo Caminiti.
Voci insistenti danno lo stesso Caminiti in pole per riprendersi il posto, anche per proseguire alcuni iter già avviati, anche se lo scontro potrebbe concretizzarsi proprio in quella sede. Se Caminiti non fosse, la strategia Epav comincerebbe da lì: nessuna Presidenza a Stella Alpina, considerata ormai all'opposizione, con le carte che inizierebbero a scoprirsi.
Il dubbio che rimane, nei rapporti tra Regione e Comune di Aosta, è davvero quanto quest'ultimo sia semplice 'vestale', o quanto abbia voglia di smarcarsi dalla guida di terzi, come chiedeva anche tempo fa in Consiglio lo stesso Centoz.
Anche perché, come si suol dire, 'delle due, l'una': o la Regione è troppo grande, o è il Comune di Aosta ad essere troppo piccolo.