Una legge disciplinerà l’edilizia residenziale pubblica, l’edilizia convenzionata, la prima abitazione, il recupero del patrimonio edilizio esistente, il sostegno alle locazioni, l’emergenza abitativa. Lo ha deciso ieri il consiglio regionale approvando all’unanimità il disegno di legge in materia di politiche abitative che riunisce in un testo unico le 34 normative esistenti.
Le principali novità riguardano i requisiti per l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e in particolare i punteggi a disposizione dei Comuni per le graduatorie dei bandi e le procedure di aggiornamento di assegnazione degli alloggi, di ampliamento del nucleo familiare e di mobilità per il cambio di alloggio, nonché le modalità di determinazione dei canoni di locazione introducendo, come parametri, il riferimento ai valori definiti dall’osservatorio del mercato immobiliare dell’agenzia delle entrate, la superficie degli alloggi e l’indicatore di reddito.
Infine, il disegno di legge prevede la possibilità, per gli acquirenti di alloggi di edilizia residenziale pubblica dal 1995 in avanti, di estinguere il diritto di prelazione dopo i primi dieci anni di inalienabilità assoluta, col versamento di un importo proporzionato alla differenza tra il valore di mercato e quello di acquisto, tenendo conto degli anni mancanti al trentesimo.
“Un altro concetto importante – ha rilevato l’Assessore alle opere pubbliche, Marco Viérin – riguarda i futuri piani vendita, per i quali il cittadino potrà scegliere di pagare fino al settanta per cento a rate, evitando così la pratica del mutuo, il tasso fisso dell’uno per cento e senza tempi di attesa e spese di ipoteca”.
“Il provvedimento garantisce una maggiore equità e razionalizzazione nella distribuzione delle risorse destinate alle politiche abitative – ha commentato il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA) – semplificando il quadro normativo e permettendo ai cittadini di avere un’unica legge cui fare riferimento per ottenere delle risposte alle diverse esigenze”.
Positivo il giudizio anche dell’opposizione. Giuseppe Cerise (Alpe) ha parlato di segnale importante per la riqualificazione dei paesi”, mentre la Capogruppo del PD, Carmela Fontana, pur votando a favore, ha espresso alcune perplessità riguardo al “periodo di 30 anni per l’estinzione del diritto di prelazione è lungo, proponendo per lo stesso un periodo di 20 anni”.