Si chiude la querelle sulle dimissioni dei tre funzionari del Comune di Aosta dal Consiglio di amministrazione di APS SpA che ha fatto decadere l’intero organo, comprensivo di Presidente e Vice. Si chiude la querelle ma non il ‘cerchio’, che rimane paradossalmente aperto, soprattutto aperto ad interpretazioni. L’assassino’, insomma, non è stato ancora scoperto.
Interpretazioni come quelle fornite da Stefano Franco, Dirigente dell’Area A1, secondo il quale la delibera – da lui firmata – parlava chiaro: “La norma l’avete vista tutti – ha spiegato oggi, in audizione di fronte alla V Commissione consiliare – ma non c’è una giurisprudenza in merito, ci sono una serie di interpretazioni di giuristi. Entro il 31 dicembre scade il termine entro il quale si deve conseguire in tutto o in parte una riduzione dei costi delle partecipate, io l’ho interpretato così”.
Sulla stessa linea la Dirigente Elisa Valentino, che si chiede: “La Corte dei conti – davanti alla quale il Sindaco Centoz dovrà relazionare a fine marzo per portare i risultati delle razionalizzazioni delle partecipate – sapeva che l’attività da porre in essere era una sola, ovvero la riduzione del cda APS da cinque membri a tre, cosa avremmo relazionato al 31 marzo 2016 se azione unica possibile era quella riduzione?”. Le altre opzioni infatti, determinate dal Piano di razionalizzazione delle partecipate, sono diverse, e si parla di ‘risultati da conseguire’. Sul documento, infatti, si legge che le regioni: “A decorrere dal 1° gennaio 2015 avviano un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse
entro il 31 dicembre 2015, tenendo conto di una serie di criteri fra cui il "contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni”.
Scelta obbligata, secondo il Comune, per non dover smantellare Aps.
Interpellato, il Sindaco Fulvio Centoz si appoggia a quanto già spiegato in Consiglio comunale: “La delibera è stata adottata perché è un preciso obbligo di legge, eravamo tenuti ad attuare quel provvedimento. Non c’era nessuna volontà far decadere l’intero cda ma di revocare i tre consiglieri per sostituirli con un dirigente, giusto per portare a termine il mandato”.
Riguardo le dichiarazioni dei dipendenti, auditi la settimana scorsa nella stessa Commissione il Primo cittadino aostano specifica: “L’accusa rivoltaci è stata quella di non averli trattati correttamente, ma quegli indirizzi di delibera sono del marzo 2015 e tutti erano a conoscenza di ciò che si sarebbe dovuto fare, anzi abbiamo anche tardato nell’applicarla. Nessuno ha mai garantito ai dipendenti che sarebbero rimasti in carica fino alla scadenza naturale del mandato e nella famosa riunione avuta con loro si era analizzato problema degli straordinari e detto che a breve non ci sarebbe stato più, prevedendo nel nuovo cda Aps soggetti esterni all’amministrazione”.
Il tutto per andare al 2016 con un minimo di risparmio effettuato entro il 31 dicembre sulle partecipate, preparandosi alla rivoluzione del cosiddetto ‘Bilancio armonizzato’: “Parliamo di risparmi sulla spesa pubblica – ha spiegato Franco – perché in un bilancio armonizzato ci sarà risparmio di 12mila euro (seimila a testa annui per i due consiglieri del cda decurtati passando da 5 a 3, ndr.), dimostrando così di aver risparmiato risorse finanziarie”.
Risposte che non hanno soddisfatto i commissari di minoranza.
Per Patrizia Pradelli, MoVimento 5 Stelle, le spiegazioni “non sono chiare, ci si arrampica sui vetri”, mentre per Carola Carpinello (Altra VdA) “Ogni volta qui si sente una campana, e da sole suonano sempre bene."
Scettico anche Andrea Manfrin, Lega Nord, per il quale “È vero che l’amministrazione risparmia ma ci perde il Comune, non vedo un risparmio ma solamente un perdita”, mentre Luca Lotto (M5S) si chiede perché la delibera sia stata criticata anche dal Revisore dei conti di Aps. Risponde, tra il serio e faceto, proprio il Dirigente Franco: “Il revisore è mio fratello, queste interpretazioni recenti della Corte dei Conti contemperano il diritto amministrativo, materia molto complessa. Il parere dato ha una visione più vicina al diritto civile, ma qui bisogna seguire l’evoluzione nelle norme di riorganizzazione delle partecipate, e probabilmente non si è aggiornato”.
Domani, intanto, in IV Commissione si discuteranno gli indirizzi per la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’APS SpA, anche se, in fondo, l’assassino’ non è ancora stato scoperto.