Assemblea spaccata a metà, Pd ancora senza segretario

L'assemblea sarà riconvocata. I 43 delegati presenti si sono divisi 21 a 21, con una scheda bianca. La mozione Sandri avrebbe dovuto convergere su Timpano e mettere all'angolo Donzel, che aveva raccolto più voti di tutti durante le primarie.
Politica

Alla fine di “un iter sufficientemente complesso, ma riccamente democratico” – come l'ha descritto la presidente della commissione delle primarie, Titti Forcellati – il risultato finale delle votazioni per l'elezione del nuovo segretario del Partito Democratico della Valle d'Aosta, ha riservato sorprese, spaccandosi perfettamente a metà e risolvendosi in un niente di fatto. I 43 delegati presenti hanno votato 21 per Sara Timpano, altri 21 per Raimondo Donzel. Uno di loro si è astenuto. Per questo l'assemblea dovrà riunirsi tra due settimane, nella speranza che si riesca a trovare una linea comune.

Ad essere eletta segretaria doveva essere Timpano, 31 anni, dipendente regionale, che aveva incassato sulla carta il sostegno della mozione di Sandri, ma qualcosa è andato storto. Due domeniche fa, la mozione che sosteneva Timpano era stata la seconda per numero di voti, raccolti tra elettori e simpatizzanti: 292, pari al 33,11 per cento. A finire avanti era stata quella che sosteneva Raimondo Donzel, con 385 voti, il 43,65 per cento. Ultimo della corsa a tre era stato Giovanni Sandri, con 205 voti e il 23,24 per cento.

Per essere eletto immediatamente segretario Donzel avrebbe però dovuto raccogliere il 50 per cento più uno dei voti, cosa che non è successa. Per questo, le tre mozioni si sono confrontate in assemblea nel tardo pomeriggio di oggi, per votare il ballottaggio tra Timpano e Donzel. La mozione di Sandri avrebbe dovuto sommare i suoi 10 eletti ai 15 di Timpano, superando così i 19 della mozione Donzel, ma così non è stato.

L'ex consigliere e assessore regionale è intervenuto a inizio assemblea, esprimendo la sua contrarietà allo scenario, definito calcisticamente “biscotto”, che sembrava essersi delineato nelle ultime settimane: “Gli elettori hanno espresso una preferenza – ha detto – non è mai successo in Italia che si decidesse un accordo ad excludendum della mozione che ha preso più voti”. Donzel ha perciò lamentato la decisione “di non gestire in maniera unitaria il partito: solo ieri poi abbiamo ricevuto un messaggino nel quale Sara Timpano ci ha comunicato la cosa”.

Dopo questo, l'assemblea ha votato Giovanni Sandri presidente, con 26 voti a favore, uno nullo e 20 schede bianche. Sull'elezione dei vicepresidenti si sono già scaldati gli animi, perché il neo presidente Sandri definiva già “candidato della minoranza” Biagio Fresi, proposto dalla mozione di Donzel, senza però che fosse stato ancora eletto il segretario. I due vicepresidenti scelti sono stati appunto Fresi, già vicepresidente del partito e Franco Contratto, proposto dalla mozione Timpano, presidente della sezione Pd di Montjovet.

“La gente ci ha chiesto facce nuove al comando, per questo non risponderò alle polemiche”, ha detto Timpano, prima della votazione finale. “Se il nuovismo prevale sul buonsenso e sulle percentuali va bene tutto – ha replicato Luca Tonino, che sostiene Donzel – è evidente che chi fa questa forzatura se ne assume la responsabilità”. Tonino ha attaccato anche il neopresidente Sandri: “Sfido tutti a trovare, da altre parti in Italia, il terzo arrivato che si assume il ruolo di presidente super partes del partito”.

Dopo la votazione per la segreteria la situazione si è però fatta surreale. La situazione di pareggio in assemblea non è contemplata dal regolamento. Da qui la soluzione, tra accesi litigi dei componenti delle varie mozioni, di prendere una pausa di riflessione per votare nuovamente nei prossimi giorni.

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