Baccega solidarizza con gli indagati di Egomnia: “Nel frullatore giudiziario è dura”

L'assessore, all'assemblea regionale di Epav, ha anche trattato il tema delle prossime elezioni comunali ad Aosta: “Pronti con la lista, ma anche con candidato sindaco e vicesindaco”.
Marco Curighetti, Mauro Baccega, Ettore Viérin e Luca Girasole
Politica

Noi sulla città di Aosta abbiamo molto da dire, molto da fare e molte candidature per scendere in campo. Abbiamo anche un sindaco e un vicesindaco, volendo”. È con queste parole che Mauro Baccega ha commentato la candidatura di Fulvio Centoz. La fuga in avanti della scorsa settimana da parte dell’attuale sindaco non sembra quindi essere stata gradita.

Anzi, l’assessore regionale alla Sanità, intervenendo durante l’assemblea regionale del suo movimento Epav, ha detto chiaramente di non averne apprezzato il metodo: “Centoz dice ‘Mi candido, mi metto lì, io sono il sindaco’ – spiega Baccega – ma tutto quello che è stato fatto in questi anni insieme? Il concetto di squadra in una Giunta è fondamentale”.

Baccega ha fatto sapere di aver partecipato al comizio inaugurale di Centoz di giovedì scorso “perché incuriosito”, ma rivendica per il suo movimento i buoni risultati presentati in quella sede: “Assegnazione delle case popolari, completamento del quarto lotto, il successo del bando anziani e degli asili nido: cosa possiamo dire su questi temi se non ‘bravo’ al nostro assessore Luca Girasole?”.

L’ordine del giorno, tuttavia, è stato stravolto dalle vicende dell’indagineEgomnia” che vedono coinvolti ben tre ormai ex colleghi di Giunta di Baccega – Antonio Fosson, Laurent Viérin e Stefano Borrello – e quello di Consiglio Luca Bianchi. Parlando del tema Baccega si commuove ed esprime solidarietà ai quattro: “Quando si è in quel frullatore, quando si ha la magistratura alle costole è davvero dura, è davvero dura – ha detto – devi continuare a lavorare, a far finta di niente, ma la notte è impossibile”. “Quindi – ha affermato – mi metto dalla parte di questi amici, che sono colleghi di Giunta, e so che stanno patendo come ho patito io in passato”.

Poi, si rivolge al nuovo scenario politico, conseguenza delle dimissioni dei quattro: “Abbiamo sessanta giorni di tempo davanti per formare una nuova maggioranza – ha spiegato– oppure si va al voto” “Noi – aggiunge – faremo tutti gli sforzi necessari per non mettere la Valle in difficoltà: andare al voto vorrebbe dire non approvare il bilancio e che fino a giugno non si muove niente”.

Baccega ha poi provato a spegnere le polemiche sorte durante l’ultimo congresso dell’Union Valdôtaine quando più riferimenti alla necessità di lasciar da parte dalle liste del Mouvement i “portatori di voti” sembravano rivolti ad Epav.

Da mesi, infatti, l’assessore attende una risposta alla sua domanda di tesseramento per entrare nel partito: “Ho scritto una lettera al segretario Erik Lavevaz – fa sapere – che mi ha detto che risponderà sicuramente alla mia domanda e che parlando di ‘portatori di voti’ non si riferiva a noi, ma a tutt’altri”.

Infine, Epav, presentata come un’associazione, ma che di fatto è un partito con eletti, dovrà cambiare forma o scomparire, in base alla legge nazionale 3/2019. “Siamo purtroppo perseguiti da una norma antidemocratica del governo giallo-verde, una norma che colpisce anche me – spiega Baccega – sono arrivati 120 mila euro di multa all’associazione e 200 mila a me come rappresentante per pochi mesi del gruppo consiliare Epav”.

“Io ho presentato un’istanza, perché noi non eravamo un partito politico, ma un gruppo consiliare”, fa sapere. Da gennaio perciò “il movimento avrà un nuovo nome e un nuovo modo di stare assieme – afferma Baccega – abbiamo anche tanti nuovi amici che si stanno avvicinando e che si stanno proponendo per fare assieme un nuovo percorso”.

il pubblico del congresso di Epav
il pubblico del congresso di Epav

0 risposte

  1. egregio sig. Baccega liberissimo di solidarizzare ma si ricordi che le persone
    che rispettano le leggi della repubblica non finiscono nel tritacarne della
    Giustizia

  2. Ma questo qui è il papà del genio che lavorava per il casino’? Forse è meglio stare zitti

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