“Il parere unanime della V Commissione consiliare regionale sulla proposta di legge Regionale n. 64 è un chiaro segnale di quanto la politica, purtroppo, strumentalizzi i diritti delle persone queer” – così Arcigay Valle d’Aosta – Queer VdA commenta, con un comunicato stampa, la seconda bocciatura della proposta di legge dal titolo “Disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”.
L’iter della proposta di legge
La proposta di legge ha una lunga storia e non è la prima volta che viene portata in Consiglio regionale. Il suo debutto si è visto nel lontano 2019, quando era stata presentata dalla consigliera di Adu VdA Daria Pulz, per poi essere bocciata, mentre la seconda volta è il 17 maggio 2022, quando fu portata nell’Aula di piazza Deffeyes dalle consigliere del Progetto civico progressista Erika Guichardaz e Chiara Minelli. Dopo un primo passaggio in aula, il testo è stato assegnato alla V Commissione consiliare – competente per le politiche sociali e le pari opportunità – nel settembre 2022.
Dopo due anni e mezzo la proposta è stata tornata all’esame della V Commissione, il 6 marzo 2025, che ha espresso parere contrario all’unanimità. “Fa rabbia constatare che alcuni membri del Partito democratico valdostano non abbiano mostrato sensibilità verso le istanze della comunità queer. L’inesistente ‘teoria gender’ è solo un pretesto per giustificare l’ostilità ideologica che alimenta l’odio e la violenza contro le persone queer”, si legge ancora nella nota di Queer VdA .
Non solo: “Le istituzioni dovrebbero essere garanti dei diritti di tuttə lə cittadinə – prosegue il comunicato -, ma invece si dimostrano indifferenti a questo clima di insicurezza e paura. Il parere della V Commissione non è solo deludente, è una ferita profonda per una comunità che ha già combattuto e resistito contro le ingiustizie. È inaccettabile che, nel 2025, ci siano ancora istituzioni che negano l’uguale dignità e i diritti
fondamentali a una parte della cittadinanza, mentre lə cittadinə queer fanno parte della società come chiunque altrə e abbiano tutti i doveri connessi, tra cui pagare le tasse”.
Che cosa prevedeva la proposta di legge regionale n. 64?
La proposta puntava a rafforzare gli strumenti contro le discriminazioni e le violenze legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Il testo contiene una serie di misure che coinvolgono diversi ambiti della vita pubblica e sociale. Per l’attuazione della legge era stato previsto uno stanziamento annuale di 10.000 euro.
• Articoli 1 e 2
La Regione e gli enti locali sono chiamati a promuovere iniziative di informazione, sensibilizzazione ed educazione sul rispetto delle differenze e sull’inclusione. L’obiettivo è contrastare ogni forma di discriminazione – compresi bullismo e mobbing – legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere, in tutti i contesti: scuola, lavoro, sport, servizi pubblici e privati.
• Articolo 3
Il testo prevede anche il sostegno a eventi culturali e sociali che diffondano la cultura della parità e della non discriminazione.
• Articolo 4
Un altro aspetto importante riguarda il supporto alle vittime. La Regione deve prevedere progetti di accoglienza, soccorso, protezione e assistenza per le persone che subiscono discriminazioni o violenze per motivi legati al proprio orientamento sessuale o identità di genere, attraverso il sistema dei servizi alla persona già attivi sul territorio.
• Articolo 5
Il testo dispone inoltre l’inserimento di un rappresentante delle associazioni LGBTQIA+, con specifiche finalità statutarie, all’interno del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere (istituito dalla legge regionale 4/2013), modificando così quella normativa.
• Articolo 7
Tra i punti centrali, la proposta include l’istituzione di uno Sportello di ascolto in collaborazione con le associazioni di volontariato. Questo sportello offre sostegno, raccoglie segnalazioni, facilita l’accesso ai servizi psicologici sul territorio e svolge un’attività di monitoraggio dei fenomeni di omo-bi-transfobia. I dati raccolti vengono trasmessi annualmente all’Osservatorio regionale sulla violenza di genere.
• Articolo 8
La Regione può, nei casi più gravi di violenza o discriminazione, costituirsi parte civile nei processi, devolvendo eventuali risarcimenti al finanziamento delle attività previste dalla legge.
• Articolo 9
Il testo richiede che nelle comunicazioni istituzionali vengano adottati linguaggi inclusivi e rispettosi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale, per contrastare ogni forma di discriminazione anche a livello simbolico e linguistico.
• Articolo 10
La proposta prevede anche azioni concrete per favorire l’accesso al lavoro per le persone discriminate, attraverso interventi mirati nei servizi per l’impiego.
2 risposte
Bene approvo questa decisione . E non rompete troppo
Mi illudevo di vivere in una regione migliore, che delusione.