Il simbolo di Azione sociale con Alessandra Mussolini è presente solo in Valle d’Aosta. Motivo: le tensioni tra Forza Italia e Destra valdostana. Borluzzi non ha utilizzato mezze parole per condannare l’atteggiamento del Popolo delle Libertà e soprattutto del coordinatore valdostano Giorgio Bongiorno. “Lo scorso 3 marzo FI ha votato contro l’ingresso di Azione sociale nel PdL. Non ci è stato comunicato nulla e abbiamo rischiato di non presenziare a queste elezioni. E’ stato grazie “all’uccellino di del Piero” che ho avuto notizia e che su comando di Alessandra Mussolini abbiamo raccolto le firme e presentato i candidati”.
“FI è un comitato elettorale per la rielezione di qualcuno – ha continuato Borluzzi che ha parlato di sudditanza di FI all’UV nella speranza di un ingresso in maggioranza regionale – avevano bisogno di due persone da non ricandidare alle regionali. Benin e Gambardella, che stimo, non si vedranno più dopo queste politiche. FI non ha ben chiaro il concetto di democrazia”.
Il programma elettorale di Azione sociale mette su carta diversi punti. Tra questi l’opposizione al cosiddetto principio dell’Intesa Stato-Regione per le modifiche degli Statuti di autonomia “E’ una richiesta carnevalesca perché nello Stato valdostano si quantificano i trasferimenti finanziari Roma-Aosta e questi vanno stabiliti dallo Stato con ottica complessiva nazionale e non lasciati alla contrattazione tra lo Stato e chi considera quest’ultimo una mucca da mungere e con chi rappresenta l’antistato”.
“Vogliamo andare in Parlamento per cambiare una prassi” ha aggiunto Borluzzi “quella del pensiero unico. Ben venga anche la lista del Galletto se serve a distruggere la ragnatela di potere dell’UV”.