Ieri, infatti, il consiglio regionale ha approvato all'unanimità una risoluzione di Alpe e Pd proprio sul federalismo fiscale, mettendo d'accordo anche i consiglieri del Popolo della Libertà, anche se in aula, in quel momento, era presente solo Alberto Zucchi. Nel testo si esprime "lo sdegno del Consiglio regionale e la sua totale riprovazione per la strategia messa in atto dal Ministro Calderoli e per le sue incredibili dichiarazioni, invita il Presidente della Regione a riferire senza indugio alla Commissione consiliare competente circa lo stato reale della trattativa e a non sottoscrivere nessun accordo senza il preventivo assenso sui suoi contenuti da parte del Consiglio".
Le parole di Calderoli
Probabilmente c'è stata un "errata lettura" dell'intervista rilasciata al giornalista Francesco Specchia e pubblicata su Libero nell numero di domenica 9 maggio. Qui di seguito le due risposte del ministro.
"In Trentino sono riuscito a ridurre i trasferimenti annuali di 1,3 miliardi. Tra 15 giorni toccherà andare in Val d'Aosta; sto trattando per ridurre i loro di 180 milioni. Poi toccherà alla Sicilia, lì sarà un casino. Conto di portare a casa un risparmio di 2,5 miliardi che non sono una tantum ma per sempre. Cerco, col federalismo, di rendere via via più speciali le regioni ordinarie e più ordinarie quelle speciali. Il problema delle Speciali è che per legge devi patteggiare tutto con loro, ci vuole il consenso per ogni modifica. Spesso l'ottengo instillando il buon senso col ricatto".
Come sarebbe, col ricatto?
"Sì, faccio il delinquente, lo ammetto. Lo sa che le Regioni a statuto speciale prendevano l'Iva sull'importazione nonostante, col libero mercato, questa non esista più? Però, per esempio, Bolzano doveva avere 7 miliardi e non voleva sentire ragione, né crisi né altro. Io me ne sono fottuto e intanto gli ho bloccato i trasferimenti, così siamo arrivati a trattare. Certo uno dice: meglio abolirle, ma la legge non lo consente, intanto cominciamo a tagliarne piano piano i privilegi. Il vero problema è stata la modifica del titolo V° della Costituzione, fatta da quegli altri".