Cambia la legge urbanistica: tetti in lose solo nei centri storici e accelerata per i PRG

In particolare il disegno di legge, approvato oggi dalla Giunta, prevede che i Comuni che entro il 31 dicembre 2012 non abbiamo ancora presentato una bozza di PRG non possano accedere ai fondi Fospi.
Politica

La Regione Valle d’Aosta da una accelerata agli iter di adeguamento dei Piani regolatori generali dei comuni al Piano territoriale paesaggistico. E lo fa ponendo delle limitazioni a quei 18 comuni (Bionaz, Champdepraz, Doues, Emarèse, Gaby, Jovençan, La Magdeleine, La Thuile, Ollomont, Oyace, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges, St-Oyen, Saint-Pierre, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Vincent, Sarre, Valgrisenche) che ancora non hanno predisposto la variante.

In particolare il disegno di legge che modifica la legge regionale urbanistica prevede che i Comuni che entro il 31 dicembre 2012 non abbiamo ancora presentato una bozza di PRG non possano accedere ai fondi Fospi. Ma non basta. I Comuni che consegneranno in Regione una bozza di PRG dovranno poi, entro 180 giorni, produrre un elaborato definitivo altrimenti non potranno applicare la legge “alberghi” e la legge casa.

“Una pianificazione da parte dei Comuni – ha spiegato il Presidente della Regione Augusto Rollandin – ci deve essere perché nell’assenza del piano regolatore tutto è in deroga. Inoltre chi non programma non può avere dei fondi strettamente collegati con la programmazione perché ad esempio se vuoi costruire una nuova scuola non puoi farlo senza sapere quanti saranno in futuro gli alunni”.

Altra importante novità del disegno di legge riguarda i tetti in lose. Se il testo verrà approvato l’obbligo di copertura con lose riguarderà più solo i centri storici e gli edifici classificati di pregio, lasciando l’opportunità ai Comuni di individuare zone del proprio territorio ove estendere l’obbligo.

“Le lose – ha spiegato ancora Rollandin – stavano diventando un problema serio perché non abbiamo più cave di lose. Quella di Morgex e della Valtournenche non sono più praticabili. E quindi le lose arrivavano dalla Svizzera se non anche dalla Cina. La spesa sostenuta dalla Regione attraverso i contributi per i tetti in lose quindi era diventata alta rispetto ai risultati.”

Parlando della novità Rollandin ha ricordato il caso gli alpeggi “i tetti in lose negli alpeggi erano un ulteriore appesantimento perché li obbligava a fare una travatura molto costosa ma senza risultato mentre, se tu lasci il tetto in lamiera, la neve scivola più facilmente”.

Dove quindi non ci sarà più l’obbligo di copertura dei fabbricati con tetti in lose di pietra, "il manto di copertura degli edifici – si legge nel disegno di legge –  indipendentemente dal materiale impiegato, deve avere le tonalità del grigio o del marrone storicamente sedimentatesi sul territorio regionale, salvaguardando comunque quegli ambiti (bassa Valle) in cui prevalgono i tetti in laterizio, stante la vicinanza con le fornaci canavesane."

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