Casa circondariale di Brissogne: in soli due anni dimezzata la popolazione carceraria

Se a fine 2012 i detenuti erano 281, a fine 2013 sono scesi a 200 per arrivare a 134 a fine 2014 e a 122 di inizio 2015 su una capienza regolamentare di 180. Il dato è stato fornito dal Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive
Carcere Brissogne
Politica

In soli due anni si è dimezzata la popolazione carceraria a Brissogne. Se a fine 2012 i detenuti erano 281, a fine 2013 sono scesi a 200 per arrivare a 134 a fine 2014 e a 122 di inizio 2015, su una capienza regolamentare di 180. Il dato è stato fornito dal Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Enrico Formento Dojot. "E’ l’effetto delle misure svuota carceri varate negli ultimi due anni" ha ricordato il Garante "che ha reso la Casa circondariale più vivibile".

Dei 134 detenuti presenti a fine 2014, 50 erano italiani, 84 stranieri, 26 tossicodipendenti, 5 ammessi al lavoro esterno, 15 i collaboratori di giustizia. Il personale che opera nel carcere di Brissogne è composto da 158 agenti di polizia penitenziaria, 4 educatori e un assistente sociale part-time. 

"Il sovraffollamento non è l’unico problema – ha sottolineato il Garante – restano da affrontare e risolvere questioni che attengono ad altri parametri, come la qualità dell’igiene personale e delle celle, un migliore riscaldamento e una maggiore apertura delle celle oltre all’individuazione di spazi idonei per la socializzazione e le attività sportive, ricreative e culturali". 

Un’altra cricitità riguarda la situazione sanitaria. Nell’ottobre scorso la materia è stata trasferita alla Regione con l’approvazione del decreto attuativo che stanzia le risorse. "Purtroppo l’entità del trasferimento – ha spiegato Dojot –  non è adeguata agli standard auspicati e con questi fondi non sarà possibile attivare la guardia medica h 24". 

Sul fronte della difesa civica, altra materia in capo a Enrico Formento Dojot, nel 2014 l’ufficio ha trattato 524 casi (+5% rispetto al 2013), di cui 476 definiti nell’anno e 49 non ancora conclusi. La maggior parte dei casi riguardano i comuni convenzionati (196 casi, il 35%) mentre sulle materie spicca il settore dell’ordinamento ovvero le sanzioni amministrative, la circolazione stradale e i tributi e l’assetto del territorio, seguito da qeullo dell’ogranizzazione ovvero il rapporto di lavoro alle dipendenze dell’ente pubblico.
Cresce il settore dell’assistenza sociale, dai 99 ai 108 casi del 2014, con interventi nel campo delle provvidenze economiche, emergenza abitativa, edilizia popolare, previdenza e assistenza.

"Sui tributi locali – ha evidenziato il Garante – stiamo assistendo ad un paradosso: i cittadini si rivolgono all’ufficio per capire come pagare le tasse, ad esempio sulla Tari, che ha più volte cambiato nome e normativa. Il cittadino si trova in una morsa, la pressione fiscale sale e dall’altra c’è una riduzione del welfare statale".

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