Casinò e Grand Hotel Billia: ‘l’Alitalia valdostana’

Le due strutture sono state al centro della discussione in Consiglio regionale. Evidenziate perdite e scelte del passato sbagliate ma i bilanci segnano ancora 'rosso'. Si guarda e si spera nel futuro con i nuovi CdA e con i piani di rilancio allo studio.
Politica
Il Casinò di Saint-Vincent e il Grand Hotel Billia rischiano di diventare “l’Alitalia Valdostana”. Parole del consigliere regionale del PdL, Alberto Zucchi, che nell’ultima giornata di lavori del Consiglio regionale ha fatto della questione il proprio cavallo di battaglia, attraverso due interpellanze.
Nel definire l’acquisizione dell’Hotel Billia “una scelta disgraziata che porterà ulteriori oneri per la regione” soprattutto perché l’acquisto è stato deciso “senza la definizione prima di un piano di sviluppo e gli utilizzi che si intendono fare”, Zucchi ha chiesto quali azioni sinergiche di collaborazione siano state attivate in questi due anni tra la STV proprietaria e gestrice del complesso alberghiero e la Casinò SpA, oltre  alla situazione gestionale. I dati forniti dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, anticipati dalla descrizione delle diverse operazioni di ristrutturazione e migliorie tecniche messe in opera in questi due anni, hanno evidenziato, dal punto di vista economico, che la società STV, ha chiuso il bilancio del 2007 con una perdita di 4 milioni e 600mila euro. “L’evoluzione del primo semestre 2008 – ha detto il presidente della Regione – lascia poi intravedere una perdita di 2 milioni e 256 mila euro”. La nomina del nuovo CdA della STV, una nuova politica tariffaria, l’offerta di nuovi servizi, lo sviluppo di attività annesse, tra le quali l’organizzazione di congressi in collaborazione con la Casinò Vallée SpA, sono le azioni evidenziate poi da Rollandin su cui sarà posta attenzione per il rilancio dell’attività del complesso alberghiero che ha poi definito come “un punto di forza per il Casinò di Saint-Vincent che ha così la possibilità di ospitare i clienti dei giochi tradizionali”.
Rollandin ha poi annunciato che il programma di rilancio dell'attività sarà oggetto di approfondimenti anche delle Commissioni competenti.
Sempre sul fronte economico Zucchi ha chiesto anche i costi sostenuti per le cause in corso tra la gestione straordinaria e la precedente proprietà. Ne è emerso che dal 1997 tale spesa è stata di circa 4 milioni e 851mila euro per circa una ventina di studi legali. Quattro milioni e 239mila euro sono stati versati allo Studio Rossotto di Torino, mentre i restanti 600 mila euro hanno coperto la spesa degli altri studi legali che in questi anni hanno seguito le diverse vicende. Infine, rispetto agli altri contenziosi in corso tra il Casinò e il gruppo finanziario Lefevre, il presidente della Regione ha detto che l’intenzione è di “fare un esame attento sulle diverse posizioni e vedere quelle che possono essere chiuse in via transitiva”.

Sempre in casa Casinò, è stata infine presentata la relazione annuale sull’andamento della gestione. Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2007 ha registrato un utile netto di 1 milione e 976mila euro. Un ritorno all’utile conseguente alla modifica del disciplinare per la gestione della casa da gioco e alle conseguenti modifiche delle percentuali di riparto dei proventi dei giochi tra Casinò e Amministrazione regionale. Dal 2008 il nuovo disciplinare prevede che la Casinò S.p.A. versi alla Regione una quota pari al 40% degli introiti lordi dei giochi. Il 2007 si è chiuso con una leggera crescita dei proventi lordi di gioco (+ 0,61 per cento) con risultati positivi dei giochi Francesi (+ 1,87 per cento) e dei giochi Americani (+ 4 per cento), mentre hanno avuto un andamento negativo i giochi Misti (- 11,16 per cento) e i giochi elettronici (- 1,64 per cento). Anche le presenze sono calate rispetto al 2006: 9.316 unità, pari ad un – 1,5 %.

Rollandin ha poi definito quali fattori negativi e oggettivi che hanno inciso sull'andamento della Casa da gioco “la congiuntura economica sfavorevole, la concorrenza dello Stato nel settore dei giochi legalizzati, l'effetto negativo sulla case da gioco del divieto di fumo nelle sale e in materia di antiriciclaggio”. “Riteniamo – ha poi concluso –  che oggi ci siano oggi le basi per avviare le iniziative necessarie al rilancio della Casa da Gioco e in particolare alla soluzione di quelle criticità interne all’azienda che ne hanno fortemente condizionato l’andamento negli ultimi anni. L’impegno del nuovo Amministratore Unico è indirizzato in questo senso: definire e proporre quanto prima il processo di riorganizzazione dell’azienda e successivamente le linee di un nuovo piano di sviluppo per la Casa da Gioco da sottoporre agli azionisti della società, alla IV commissione consiliare e a questa assemblea”.

La discussione che è seguita alla relazione è una pagina già letta. Da una parte l’elenco dei dati e dall’altra la rilettura degli stessi da parte della minoranza con un solo commento “situazione disastrosa”. Il consigliere Raimondo Donzel del PD ha evidenziato il clima pessimo che regna tra i dipendenti della Casa da Gioco, “un clima in cui si dovrebbe inserire il rilancio del Casinò”.
Il consigliere, Albert Chatrian, di Vallée d'Aoste Vive/Renouveau, soffermandosi sui dati ha evidenziato come “Negli ultimi 7 anni il nostro Casinò ha perso il 21% degli incassi. Gli altri Casinò introitano più di noi, anche se di pochi punti in percentuale. Questo anche dal punto di vista degli ingressi e delle presenze”.
Per Anacleto Benin del  PdL  "Dobbiamo guardare al futuro senza soffermarci su un passato determinato certo da scelte scorrette ed errori.  Puntiamo l’attenzione ora su quello che dobbiamo fare domani. La volontà ad una svolta mi sembra sia stata dichiarata anche dalla presidenza della Regione. Ci farebbe piacere un maggiore coinvolgimento in modo tale da essere considerati tutti responsabili di tali scelte. E’ un tassello importante nel rilancio turistico della Valle. Il tempo non c’è. Tutti le riconoscono Presidente la capacità di scelte veloci e rapide. Sollecitiamo dunque concretezza e rapidità
A chiudere è stato il consigliere della Stella alpina, Francesco Salzone: " Un errore è stato quello di aver affidato incarichi di guida a persone forse non adatte, con mancanza di competenze nel settore. Se le cose non cambieranno non faremo sconti a nessuno. Ogni anno il Casinò di Saint-Vincent ha 60mila nuovi clienti che entrano una sola volta  e non tornano. E perché dovrebbero tornare, a Saint Vincent non c’è nulla”.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte