“Chanoux era fascista”, dopo le polemiche Aloisi si dimette da dirigente di Fratelli d’Italia

"Dimissioni irrevocabili". A rassegnarle è stato Domenico Aloisi, eletto sabato come componente fiduciario del coordinamento regionale di FdI. La lettera fa seguito al polverone sollevato dalle sue parole sull'adesione al Partito fascista di Émile Chanoux.
Domenico Aloisi
Politica

Dimissioni irrevocabili“. A rassegnarle è stato Domenico Aloisi, appena eletto sabato scorso come componente fiduciario del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta. La lettera fa seguito al polverone sollevato dalle sue parole, durante il Congresso di FdI, sull’adesione al Partito fascista di Émile Chanoux, ed è stata inviata via lettera dallo stesso Aloisi al neo-presidente regionale del partito Alberto Zucchi.

“Chanoux era fascista”, pioggia di polemiche su Fratelli d’Italia VdA

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Alberto Zucchi, presidente di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta

Alberto Zucchi – già consigliere regionale dal 2008 al 2013 per il Popolo delle Libertà – è il nuovo presidente di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta. Unico candidato alla carica, guiderà il coordinamento regionale del partito con altri 14 componenti, quattro di sua nomina fiduciaria – Andrea Rossella-Musico, Domenico Aloisi, Vitaliano Barberio e Walter Musso – e nove eletti: Lorenzo Aiello, Armando Mascaro, Elide Visentin, Paola Cina, Andrea Balducci, Sonia Faccin, Rudy Fassin, Giuseppe Mauro e Giorgio Bertoldo.

A deciderlo è stato il congresso del partito, in programma sabato scorso – 17 febbraio – all’Hb Hotel di Aosta. Congresso che, dopo la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il secondo giorno della Foire, rilancia l’azione di Fratelli d’Italia che si è detto prontoa rientrare in Consiglio regionale”.

Non solo, perché dall’Assemblea di FdI si è sollevata una polemica. Con, al centro, nientemeno che Émile Chanoux. Uno Chanoux “fascista”, dal momento che è stato “iscritto al partito fascista

dal 21 aprile 1928”. A dirlo è stato Domenico Aloisi, anch’egli già consigliere regionale dal 1983 al 1991 in quota Movimento sociale italiano, e fino al 1993 da indipendente all’interno del Partito socialista italiano.

“Ci hanno sempre detto che in Valle d’Aosta c’era un uomo che per tutta la sua vita si era battuto contro il fascismo. Per giustizia e verità storica, alcune cose vanno dette”. Ha aggiunto Aloisi durante il Congresso.

Il “fuoco di fila” contro le parole di Aloisi

Il presidente della Regione Renzo Testolin
Il presidente della Regione Renzo Testolin

Il risultato era inevitabile. Polemiche, distinguo, “fuoco di fila” contro le parole di Aloisi in arrivo da tutto il fronte autonomista, ma non solo. Non poteva far finta di niente la Giunta regionale, nella conferenza stampa di oggi, come non poteva far finta di niente il presidente della Regione Renzo Testolin: “Sono frasi tutt’altro che banali, che toccano profondamente chi nella figura di Chanoux si riconosce, nell’anno dell’ottantesimo anniversario della sua morte. E chi fonda la sua visibilità in un movimento nazionale attaccandosi ad un revisionismo falso la dice lunga sull’attendibilità di chi ha espresso queste affermazioni. Penso anche che i vertici nazionali, anche Giorgia Meloni, debbano testimoniare il distacco da questa visione”.

“Questo dimostra anche il livello del dibattito e della discussione e la capacità di approfondimento di talune persone che rappresentano un pensiero politico – gli fa eco l’assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz –. I fatti e i dati dicono chiaramente che si tratta di una manipolazione storica, una mistificazione ad uso e consumo di una strumentalizzazione che non si capisce dove vuole andare a finire”.

Alle parole dell’Esecutivo si aggiungono quelle di Alberto Bertin, presidente del Consiglio Valle, che parla di “una speculazione di bassa politica, che denota ignoranza storica o, peggio ancora, malafede“.

L’Union Valdôtaine attacca Zucchi: “Una folgorante carriera di trasformista”

La sede dellUnion valdôtaine
La sede dellUnion valdôtaine

Dopo qualche giorno di “decantazione”, interviene nel dibattito anche la stessa Union Valdôtaine, con una nota dal titolo inequivocabile che mette nel mirino – in realtà – il neo-presidente di FdI Alberto Zucchi: “Il bagno di folla della visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, largamente riportato dai mass media ad Aosta, qualche settimana fa, deve aver inebriato alcuni noti esponenti del centrodestra locale. Non si spiegano altrimenti le esternazioni espresse, sabato 17 febbraio, in occasione del congresso regionale e provinciale di Fratelli d’Italia”.

“Innanzitutto – spiega il Mouvement -, ci sono sembrate piuttosto obnubilate le dichiarazioni di Domenico Aloisi, ex consigliere regionale del Movimento Sociale Italiano e uno dei fondatori di FdI, quando, tra gli applausi della quarantina di militanti presenti al Congresso, ha affermato che Émile Chanoux era un fascista e che la storia della Resistenza doveva essere completamente riscritta. Anche se sembra che si sia subito reso conto del passo falso commesso, si è giustificato dicendo che queste affermazioni erano solo il frutto di sue riflessioni personali e si è dimesso dal coordinamento regionale del partito. In ogni caso, vorremmo sottolineare che l’antifascismo di Chanoux è ben testimoniato dai suoi scritti, dalla sua vita e soprattutto dalla sua morte. Una morte, tra l’altro, di cui furono responsabili i precursori dello spazio politico di cui Aloisi è uno dei validi promotori. Non è la prima volta che la figura di Chanoux viene stravolta da episodi piuttosto fantasiosi di revisionismo storico che, a dire il vero, non appartengono né alla destra né alla sinistra, ma che, da qualunque parte provengano, ci colpiscono sempre”.

Poi, al centro finisce il neo-presidente: “Anche Alberto Zucchi, eletto nuovo presidente di FdI al termine del Congresso, ha lanciato una serie di attacchi all’Union Valdôtaine. Secondo Zucchi, il suo partito e, più in generale, il centrodestra sono l’unica alternativa all’Uv, accusata, tra l’altro, di ‘usare (…) l’autonomia (…) per costruire un sistema di socialismo reale difficile da scardinare’ e di sfruttare le grandi cifre di bilancio per mantenersi al potere, accusandoci senza mezzi termini di non avere ‘la forza delle idee ma del denaro‘. Secondo Zucchi, dopo la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, c’è una coda di valdostani che lo cercano perché vogliono aderire a FdI”.

“Sul fatto che l’Uv non abbia idee, non ci sembra nemmeno il caso di rispondere: i nostri 78 anni di storia (una storia, tra l’altro, di cui non dobbiamo vergognarci o rinnegare) rispondono per noi – dice ancora il Leone rampante -. D’altra parte, stentiamo a credere che i valdostani siano disposti a dare fiducia a quest’uomo, di cui ricordiamo la tortuosa carriera personale, caratterizzata da un trasformismo politico notevole anche per gli standard italiani”.

L’attacco è diretto: “Mettetevi comodi, perché questa storia vi farà girare la testa. Zucchi è stato uno dei primi fondatori di Forza Italia e, nel 1995, riesce a farsi eleggere in Consiglio comunale ad Aosta in quota con questo partito. Nel 2000 si candida a vice-sindaco posizionandosi vicino all’Udc (Unione di Centro) ma, dopo essere stato eletto in minoranza, decide di aderire ad Alleanza Nazionale. Nel 2008 si candida alle elezioni regionali con il Popolo della Libertà, in questa occasione lavora ad accordi con l’Union Valdôtaine e ottiene la Presidenza della Prima Commissione. È proprio sulla base di questo agreement che si troverà un’intesa anche per le elezioni comunali di Aosta”.

Non solo: “Dopo la sconfitta elettorale del 2013 che decreta la scomparsa del Pdl dal Consiglio regionale, Zucchi si dimette con una lettera indirizzata al segretario nazionale Angelino Alfano e al coordinatore Denis Verdini, in cui si assumeva ‘tutte le responsabilità politiche di un risultato disastroso che è andato oltre i miei peggiori incubi’. Tuttavia, dopo questa amara sconfitta, non si scoraggia a lungo: infatti, si rimette presto in carreggiata passando alla Lega Nord perché voleva, come ha affermato: ‘dare un contributo per la crescita (…) della Lega Nord, nella quale mi ritrovo in molti principi fondamentali espressi da Matteo Salvini‘. Anche in questo caso, però, l’idillio dura poco e la sua permanenza nel partito si concluse nel 2016, quando approda definitivamente a Fratelli d’Italia. Insomma, se l’Union Valdôtaine non ha idee, forse Zucchi ne ha troppe“.

“In mezzo a questa folgorante carriera di trasformista, c’è anche una condanna a un anno e quattro mesi di carcere per peculato – chiude piccata l’Union -. Insomma, valdostani, non fatevi ingannare dalle abili campagne propagandistiche sui social network e in televisione che hanno reso la Meloni così popolare. Ricordatevi invece che votando FdI in Valle d’Aosta, rischiate di eleggere in Consiglio regionale persone dal passato politico variopinto e alquanto discutibile“.

Caveri: “Non si sporca Chanoux”

Luciano Caveri
Luciano Caveri

Non si sporca Chanoux!”, titola sul suo blog l’assessore agli Affari Europei Luciano Caveri, che tuona: “Al suo primo congresso in Valle d’Aosta Fratelli d’Italia fa scandalo e si toglie la maschera di partito dal volto buono, anch’esso rispettoso dell’autonomia valdostana”.

“Aloisi ‘rivela’ quanto si sapeva da sempre e cioè che Chanoux per poter fare il notaio aveva dovuto prendere la tessera del Pnf – scrive ancora Caveri –. Ma Aloisi, che da agente immobiliare diventa storico revisionista, dimentica, per piacere ad un pubblico dalle nostalgie del Regime, che Chanoux fu motore della Resistenza antifascista di stampo autonomista ed ebbe un ruolo essenziale nella formazione dei giovani attraverso la Jeune Vallée d’Aoste, divenendo infine martire della Resistenza, ucciso dai fascisti. Sul sangue di Chanoux e sul suo esempio non si può speculare e farne una macchietta da mettere alla berlina”.

Pd VdA: “È fascista chi crede di riscrivere la storia”

Partito democratico della Valle d'Aosta - PD
Partito democratico della Valle d’Aosta

Nel dibattito interviene anche il Partito democratico della Valle d’Aosta, che in una nota spiega: “Purtroppo, ci aspettavamo queste dichiarazioni anche in Valle d’Aosta e puntualmente sono arrivate. Senza remore e senza pudore in un pomeriggio qualunque Émile Chanoux diventa fascista, con approssimazione storica e revisionismo a piene mani. Il peggio del peggio. No, cari Fratelli d’Italia, Émile Chanoux non era fascista, è stato ucciso dai fascisti, mentre è fascista invece chi crede di riscrivere la storia”.

Dai lidi dem si alza anche la voce della vicepresidente Pd, la deputata Chiara Gribaudo: “Non è la prima volta che esponenti di FdI fanno questo tipo di dichiarazioni. Negare l’impegno della Resistenza di Émile Chanoux non vuol dire solo riscrivere la storia della Valle d’Aosta, ma di tutta la Regione alpina, visto che è dimostrato il suo impegno e il suo lavoro oltre i confini valdostani”.

Adu: “FdI ha ricordato la sua matrice”

Adu VdA
Adu VdA

“Aloisi doveva ricordare ai valdostani di essere ancora vivo”. È duro il giudizio che, in una nota, esprime Ambiente diritti uguaglianza Valle d’Aosta. “Fratelli d’Italia, ospitando i suoi deliri, ha ricordato la sua matrice. Potevano evitare“. Adu ricorda che “durante una dittatura, pochi hanno il coraggio di dire di no, subito e sempre: persone coraggiose che segnano la via. Altrettanto importanti sono però coloro che, dopo una presa di coscienza, decidono di percorrere quella via, di dire un no dopo aver detto troppi sì. Questa è stata la storia di molti partigiani ed anche degli ex internati militari italiani”. E conclude: “Chanoux era il capo della resistenza valdostana ed è morto da antifascista in una prigione del regime”.

Alliance Valdôtaine: “Si vergognino gli eredi del fascismo”

Consiglio Regionale Albert Chatrian
Consiglio Regionale Albert Chatrian

Esprime “indignazione e sconcerto”, invece, Albert Chatrian, consiglere regionale e coordinatore di Alliance Valdôtaine: “L’accusa mossa, quella di un Émile Chanoux fascista, non solo è offensiva, ma persino ridicola ed è stata inserita nel quadro di una polemica speciosa nei confronti dell’area politica autonomista, che in Chanoux ha da sempre un punto di riferimento ideale e morale”.

“Sono stati i fascisti ad uccidere Chanoux nel 1944 – aggiunge Chatrian –, perché lo si riteneva un pericolo sia per il proselitismo antifascista senza se e senza ma, specie nel solco della Jeune Vallée d’Aoste, svolto con forza sin dal primo affermarsi del Regime, sia per il ruolo assunto con coraggio durante la Resistenza come esponente di spicco e guida verso nuovi assetti istituzionali per la Valle d’Aosta, espressi con convinzione nei suoi documenti politici. Si vergognino gli eredi del fascismo che mostrano ai valdostani il loro vero volto”.

Pour l’Autonomie: “Visione evidentemente distorta”

Consiglio Regionale - Aldo di Marco
Consiglio Regionale – Aldo di Marco

“Sdegno” è la parola che sceglie invece Pour l’Autonomie, che per bocca del segretario politico Aldo Di Marco, stigmatizza “il tentativo di infangare con ipotesi di fascismo la figura umana e politica di Émile Chanoux”.

“La Valle d’Aosta deve molto ad Émile Chanoux e non sarà certo una visione evidentemente distorta dei fatti ad appannarne la figura nella memoria e nel cuore di tutti i valdostani”, chiude Di Marco.

Pays d’Aoste Souverain: “Le azioni ed i pensieri di Chanoux testimoniano il suo antifascismo”

Pays d’Aoste Souverain

“A quel tempo tutti, per lavorare nel pubblico e secondo le disposizioni del regime, avevano l’obbligo di essere iscritti al partito nazionale fascista – spiega invece una nota di Pays d’Aoste Souverain –. Al contrario, tutte le azioni e i pensieri di Émile Chanoux testimoniano il suo profondo antifascismo”.

Con una stoccata: “Se il solo fatto di avere una ‘tessera di partito’ è testimonianza del pensiero di una persona, bisogna ricordare che ci sono persone che hanno avuto in passato la ‘tessera di partito’ di un movimento o di un partito, forse solo per comodità, di cui ora negano l’azione”.

Stella Alpina: “Affermazioni assurde e illogiche”

Ronny Borbey al congresso di Stella Alpina
Ronny Borbey al congresso di Stella Alpina

“La storia è maestra di vita, se qualcuno però da essa vuole imparare. Quando alcune affermazioni sono così assurde e illogiche è bene ricordare che alla politica è chiesto di alzare il livello di conoscenza senza letture superficiali che mistificano la realtà storica”. A dirlo è Stella Alpina, per voce del suo segretario Ronny Borbey.

In una nota, il movimento spiega come “il semplice sillogismo ‘Chanoux aveva la tessera del PNF quindi era fascista’ decontestualizzata dal periodo storico e dalla professione che esercitava, denota una superficialità imbarazzante che non tiene conto di ciò che il suo agire, al di là di ogni mistificazione, ancora oggi ci insegna. Chanoux e Chabod, padri della nostra Autonomia, hanno combattuto contro coloro che avevano un’idea dello Stato, della libertà e della democrazia che non era quella che ci ha permesso, oggi, di avere ciò che abbiamo“.

Forza Italia prende le distanze

Emily Rini

“Alla luce di alcune recenti dichiarazioni pubbliche, come Forza Italia Valle d’Aosta, oltre a prenderne le distanze, intendiamo affermare il nostro fermo posizionamento antifascista, così come siamo sempre stati anche anticomunisti, poiché il nostro partito ripudia e combatte ogni forma di totalitarismo e dittatura – scrive il partito azzurro in un post -. Su simili temi non può esserci alcun tipo di equivoco e simili temi non possono essere trattati con questa superficialità“.

L’Istituto storico della Resistenza e la Fondation Émile Chanoux: “Affermazioni irricevibili”

Marco Gheller

Nel dibattito intervengono anche l’Istituto storico della Resistenza e la Fondation Chanoux, “in qualità di enti di ricerca sulla storia della Valle d’Aosta, della Resistenza e della società contemporanea”, che ritengono “irricevibili le affermazioni in relazione all’iscrizione di Émile Chanoux al Pnf, esternate da un esponente di FdI durante il congresso regionale del partito”.

I due enti evidenziano come “non ci si improvvisa storici sventolando un documento, oltretutto noto, ad un pubblico di accoliti al solo fine di creare facile consenso”. Chanoux, ricordano, “prese la tessera, così come Piero Calamandrei, Luigi Einaudi e Concetto Marchese – quest’ultimo, rettore dell’Università di Padova, noto militante comunista –  in qualità di docenti universitari, giurarono fedeltà al fascismo e lo fecero seguendo anche le indicazioni di Benedetto Croce e Palmiro Togliatti, per non lasciare l’Università ai soli fascisti”.

Rete Civica: “Affermazioni gravi, false e assurde: ben vengano le dimissioni”

Rete Civica
Rete civica. Da sx: Chiara Minelli e Elio Riccarand

Per Rete civica sono “gravi e assurde” le  affermazioni di Domenico Aloisi, rivelando “oltre ad una crassa ignoranza storica, anche un patetico tentativo di ricerca di visibilità”. Ribadendo come il documento mostrato durante il congresso era noto da tempo e “nulla toglie all’antifascismo di Chanoux”, il movimento accoglie con favore le dimissioni irrevocabili” di Aloisi dagli organismi dirigenziali di Fratelli d’Italia VdA. “Di tale revisionismo storico la politica valdostana fa volentieri a meno.”

Fratelli d’Italia: “Tentativo di sviare l’attenzione”

Il coordinatore di Fratelli d’Italia Alberto Zucchi

La replica arriva direttamente dai lidi di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta, che in un post dice: “Abbiamo visto in queste ore che anche gli addetti ai lavori si sono accorti di noi montando casi attribuiti al Partito su esternazioni di un nostro iscritto che le ripete da decenni senza che nessuno mai abbia eccepito nulla. È singolare che oggi tutti si indignino. Sarà perché hanno paura? O perché vogliono sviare l’attenzione da argomenti attuali ben più importanti di questioni a cui FdI VdA, come partito che guarda al presente e al futuro, non dà nessuna rilevanza ed ha chiarito ufficialmente la sua posizione?”.

“Conosciamo certi giochini e più che ai commenti degli addetti ai lavori e alla grancassa dei media che non ci voterebbero mai ci interessa il giudizio degli elettori liberi”, chiude il partito guidato da Zucchi.

9 risposte

  1. Il congresso valdostano di Fratelli d’Italia è stato un disastro annunciato. Con Zucchi e Aiello confermati ai vertici del partito non poteva proprio essere altrimenti.

  2. Ma perchè vi meravigliate? Zucchi è perfettamente in linea con la pochezza culturale che contraddistingue FdI, a cominciare dalla premier che non è nemmeno laureata…..

  3. I deliri di onnipotenza di Alberto Zucchi producono questi scivoloni. Era prevedibile. Davvero pensa di dettare l’agenda politica a tutti, a partire dai suoi alleati, portando a congresso quaranta persone? Senza dimenticare che l’unico eletto che avevano, se lo sono fatti soffiare da Forza Italia, che ha nella Rini una leader avanti anni luce rispetto a tutte queste bassezze.

      1. @Oscar basterebbe avere effettuato una rapida e nemmeno troppo approfondita analisi per verificare che la Rini ha cambiato meno casacche della maggior parte di tutti gli altri politici valdostani. Quindi di cosa sta parlando? Studi, approfondisca, prima di ablare. Poi forse il vero problema, per certi invidiosi provincialotti, è che lei è riuscita a fare politica ad alti livelli fino a Roma.

  4. A Roma come ad Aosta il risultato non cambia: Forza Italia è e rimane il partito di centro destra più maturo e affidabile dal punto di vista politico.

    1. Ahahahahaha, questa è proprio bella, considerando che Berlusconi ha portato l’Italia a livelli di ridicolo da vergogna internazionale! Maturo e affidabile non sono termini compatibili con il centro destra, è una contraddizione in termini.

      1. Caro/a Giulin (o forse Giuly?), il centro destra sarà forse per lei incompatibile con i termini maturo e affidabile ma sa una cosa? Il centro destra piace tanto agli italiani! Si chiama D-E-M-O-C-R-A-Z-I-A, se ne faccia una ragione!
        E ancora una cosa: lasciate riposare finalmente in pace Berlusconi, sciacalli!

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