Concessioni idroelettriche, Aggravi: “Impossibile riassegnarle in house per dare energia gratis”

Il capogruppo di Rassemblement pubblica la risposta scritta arrivatagli dagli uffici regionali sulla questione della riassegnazione delle concessioni idroelettriche nel quadro della norma di attuazione. "Chi dice una cosa diversa racconta favole".
Centrale CVA - Champagne
Politica

Chi sostiene che le concessioni di grande derivazione idroelettrica possono esser riassegnate a una società “in house” per fornire energia gratuita ai valdostani racconta favole.  E’ l’accusa che oggi, documenti alla mano, muove Stefano Aggravi, capogruppo di Rassemblement Valdôtain.

Il capogruppo ha interrogato il Governo regionale per fare chiarezza sul tema e la risposta scritta è in sintesi questa: “Le soluzioni normative che potranno essere approvate dal legislatore regionale dovranno trovare un limite o uno spazio da sfruttare nel solco tracciato dalla norma di attuazione e in coerenza con l’articolo 12 del decreto legislativo 79/1999. Previsioni normative assunte al di fuori di tale perimetro potrebbero rivelarsi critiche sotto il profilo costituzionale.”

Tradotto: una riassegnazione alle società pubbliche in house è teoricamente possibile, ma solo se rientra nei limiti imposti dalla norma di attuazione in corso di approvazione e dal quadro normativo nazionale, in particolare dal d.lgs. 79/1999. Qualsiasi scelta che vada oltre tali limiti potrebbe incostituzionale.

“Per evitare ogni ambiguità: non si può fare. Non è una posizione di parte, ma un dato di fatto sancito dalla normativa nazionale ed europea” scandisce Aggravi. “Come ricordato dagli uffici regionali, la disciplina delle concessioni idroelettriche rientra nella competenza esclusiva dello Stato, in quanto materia di tutela della concorrenza (art. 117, comma 2, lett. e, della Costituzione). Su questo punto la giurisprudenza costituzionale è costante: l’assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica deve avvenire attraverso procedure a evidenza pubblica, per garantire il libero accesso al mercato e impedire distorsioni concorrenziali”. Limiti che dovranno esser rispettati anche dalla legge regionale.

“La narrazione secondo cui una società pubblica “in house” potrebbe gestire le concessioni idroelettriche e poi distribuire energia gratuitamente ai valdostani è una forzatura normativa (per non dire altro…), smentita dai fatti e dalle norme”.
Nella risposta all’interrogazione scritta del consigliere Aggravi viene ricordato come “le società in house possono agire solo per soddisfare le esigenze dei propri enti soci, non per finalità generiche o per utenze terze; l’energia prodotta potrebbe essere utilizzata per i consumi della Regione stessa, ma non venduta sul mercato né ceduta gratuitamente ai cittadini, salvo quanto previsto da normative specifiche (e.g. l’art. 3, comma 5 della norma di attuazione, che comunque andrà attuato caso per caso)”.

Non è neppure possibile prevedere la riassegnazione di talune concessioni di grande derivazione a società a totale controllo pubblico non riconducibili all’affidamento in house.

“Vi sono stati dei tentativi a livello parlamentare per approvare disposizioni che avrebbero consentito alle Regioni e alle Province autonome titolari di grandi derivazioni di “riassegnare” direttamente al concessionario scaduto o uscente” ricordano gli uffici della Regione, che però non sono state approvate “anche in conseguenza della questione di fiducia apposta dal Governo che ha determinato lo “stralcio” di tutte le proposte”.

Concessioni idroelettriche, Rete Civica: “Serve un cambio di rotta di Cva, anche nella governance”

Alessandro Clemente Chiara Minelli e Elio Riccarand
Alessandro Clemente Chiara Minelli e Elio Riccarand

9 aprile 2025

“Ci troviamo davanti ad una scelta di enorme importanza su cui noi lamentiamo scarso interesse e attenzione”. La decisione che dovrebbe secondo Rete Civica stare a cuore alla politica valdostana è quella fra le varie opzioni indicate dalla norma di attuazione per l’affidamento delle 32 concessioni idroelettriche, in scadenza nei prossimi anni.
Approvata dal Consiglio regionale all’unanimità nel gennaio scorso, la norma si trova ora da circa due mesi a Roma per il varo definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. Rete Civica sollecita, quindi, la sua approvazione attraverso i parlamentari di Europa Verde, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che hanno depositato alla Camera un’interrogazione a risposta orale. Un’iniziativa che ricalca in parte quella presentata da Chiara Minelli per la prossima seduta del Consiglio regionale del 16 e 17 aprile.

“La norma di attuazione è una questione che riteniamo cruciale per l’economia ma anche per l’autonomia valdostana” evidenzia nel corso di una conferenza stampa Minelli.
Il movimento già nel 2019 aveva presentato una risoluzione, approvata all’unanimità, indicando la strada della norma di attuazione in sostituzione dell’idea della quotazione di Cva, per intervenire sul futuro delle concessioni idroelettriche. Dopo “una dozzina di iniziative, in mezzo a tante resistenze e indifferenze da parte del centrodestra, del Pd e degli autonomisti, ma anche da parte di Cva”, si è arrivati all’approvazione da parte della commissione paritetica della norma di attuazione.

“Ora siamo in dirittura di arrivo”. Una volta licenziata la norma da parte del Consiglio dei Ministri, il Governo regionale potrà infatti legiferare sulla materia. “Ma qui si apre un capitolo nuovo, perché la Regione deve fare una scelta entro un anno dall’approvazione del decreto”. La norma di attuazione indica quattro possibili concessionari: operatori economici, comprese le società a partecipazione o controllo pubblico anche totalitari, individuati attraverso gare con procedure di evidenza pubblica; società a capitale misto pubblico-privato, nelle quali il socio privato è scelto con procedure di evidenza pubblica; mediante forme di partenariato pubblico-privato e, a differenza di quanto previsto dallo Stato, a società a totale controllo pubblico, costituite per soddisfare interessi generali connessi alla produzione dell’energia nel territorio regionale, nel rispetto dei principi dell’affidamento in house.

Quest’ultima strada è secondo Rete Civica quella da preferire, ma Cva deve cambiare “pelle” per diventare una società in house.
“Un’opzione presente fin dalla prima bozza della norma di attuazione che è miracolosamente sopravvissuta fino adesso” ricorda Elio Riccarand. “Consente alla regione di non fare la gara, affidando direttamente le concessioni a Cva, ma per questo la Compagnia valdostana delle acque deve rispettare i principi dell’affidamento in house e pertanto non deve avere scopi speculativi, trasformandosi in un braccio operativo della regione. Deve cambiare fisionomia e management”.

Nell’ultima riunione del Consiglio Valle, in risposta ad un’iniziativa di Minelli, il presidente della Regione ha detto che sono ormai 170 le società che ruotano intorno a Cva. “Un sistema dove è difficile orientarsi. Il piano strategico 2023 – 2027 ha proiettato Cva fuori dalla Regione e in futuro la produzione sarà regionale per meno del 50%.” Se verrà scelta la strada dell’in house bisognerà cambiare piano strategico, avverte Rete Civica, secondo cui non è difficile scrivere il disegno di legge, ma “è complicato fare la scelta politica che sta dietro il provvedimento, visto che all’interno della stessa maggioranza ci sono posizioni diverse”.

Una scelta che chiama in causa anche il controllo che la Regione deve esercitare sulla propria partecipata e che la lettera dell’ex presidente di Finaosta Nicola Rosset ha risvegliato, con la richiesta di audizioni e documentazione.

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