Concorso docenti, nessuna domanda da fuori Valle. Sul sostegno un corso di specializzazione

Audizione ieri pomeriggio in V Commissione dell'Assessore Rini. Sul progetto di regionalizzazione degli insegnanti si aprirà il tavolo del confronto.
Politica

La riforma della scuola valdostana è stata al centro ieri pomeriggio della V Commissione con l’audizione dell’Assessore regionale all’Istruzione, Emily Rini. 

"Il processo di riforma della scuola a cui stiamo lavorando vuole creare un sistema scolastico che pone lo studente al centro di tutte le scelte" ha detto Rini spiegando come i punti determinanti del progetto di riforma del sistema scolastico valdostano, in fase di elaborazione, sono:  il potenziamento della matematica, come richiesto dalle prove Invalsi, delle competenze linguistiche e dell’’informatica che "deve diventare strumento trasversale". E sulle polemiche dei sindacati e dei docenti sul taglio alle ore di tecnologia l’Assessore ha sottolineato "non confondiamo questa materia con l’informatica".

Il 28 aprile prenderà il via il concorso per 188 posti di ruolo per docenti, per il quale non sono arrivate domande da fuori valle, come invece in un primo momento era stato prospettato dai sindacati. "Il bando di concorso – ha ricordato l’Assessore –  ha seguito l’analisi del fabbisogno reale: abbiamo individuato i posti laddove vi sono stati e sono in programma dei pensionamenti e dove vi sono posti vacanti. Per offrire maggiori possibilità al corpo docente abbiamo però previsto che le graduatorie di concorso non siano chiuse, ma a scorrimento, secondo le necessità".

Per i posti di sostegno, superiori alle domande, Rini ha annunciato l’intenzione di richiedere all’Università della Valle d’Aosta "di attivare in tempi brevissimi un percorso di specializzazione dedicato a coloro che ne sono sprovvisti".

Infine riflettori puntati sulla regionalizzazione degli insegnanti, con il progetto di riaprire il tavolo di confronto avviato negli anni scorsi. "La mia posizione è ovviamente favorevole perché ritengo che anche il sistema scolastico debba avere quell’autonomia che caratterizza il nostro ordinamento regionale e che garantisce tutela alle nostre peculiarità e al nostro particolarismo linguistico. Credo però che sull’argomento si debba tener conto delle sensibilità e delle idee del mondo scolastico".

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