Coronavirus, l’Assessore Caveri: “La scuola non è un focolaio”

24 Marzo 2021

Se da lunedì zona rossa sarà, le scuole di ogni ordine e grado in Valle d’Aosta, asili nido compresi, dovranno chiudere. La buona notizia è che la didattica a distanza potrebbe durare solo i tre giorni prima delle vacanze di Pasqua (da lunedì 29 a mercoledì 31 marzo). Il Dpcm in vigore scade il 6 aprile e il Governo Draghi, come ribadito anche questa mattina dal Premier intervenendo in Senato, sta valutando la riapertura delle scuole anche in zona rossa. “Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis.  – ha detto il Presidente del Consiglio dei Ministri – E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua”.

Riportando in aula i dati sulla campagna di screening in corso nelle scuole secondarie di secondo grado, l’Assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri ha ribadito come “la scuola non è un focolaio, devono essere smentite queste idee.” Su 2041 tamponi effettuati agli studenti (adesione del 45,7%) fino ad oggi sono solo quattro i positivi rilevati, uno al Corrado Gex, due al Maria Adelaide e uno questa mattina al Don Bosco di Chatillon. Nelle scuole di ogni ordine e grado sono invece 81 gli studenti attualmente positivi. Le classi in quarantena sono 30 di cui 8 a seguito di positività del docente e 23 a seguito di positività di alunni.

In Francia “tengono le scuole aperte perché hanno capito che dal punto di vista epidemiologico la teoria dei virologi italiana è sbagliata”. Ad oggi in Valle d’Aosta risultano vaccinati il 40,5% dei docenti. “Nei prossimi giorni è previsto un altro slot per 250 insegnanti”.

Critico Caveri: “Siamo la regione italiana che ha fatto fare più giorni in presenza a scuola, purtroppo però ci dobbiamo attenere a misure più restrittive. La nostra legge è stata bocciata in modo plateale dalla Consulta, una larga parte della nostra autonomia è stata massacrata, se entreremo in zona rossa, purtroppo dovremo chiudere tutto”. L’Assessore ha puntato, quindi, il dito contro “l’informazione disdicevole” del Governo. “Venerdì abbiamo vissuto con il presidente una lunga giornata di attesa, conclusasi alle 19, per capire se eravamo in zona arancione o rossa. Se fossimo entrati in zona rossa avremmo dovuto fare scattare la didattica a distanza con le evidenti difficoltà ad avvisare i genitori, a segretarie scolastiche chiuse”.

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