Sui costi della politica tutti d’accordo tranne le Regioni Autonome. La Conferenza della Regioni ieri ha trovato un’intesa sui tagli dalla quale la Valle d’Aosta si è subito smarcata, annunciando un ricorso alla Corte Costituzionale, peraltro già anticipato venerdì scorso dal Presidente Rollandin.
L’”impianto omogeneo per tutto il territorio nazionale” prevede che i presidenti di Regione prendano al netto circa 7.400 euro netti mensili, circa 6.200 euro per i consiglieri, con l’impegno che non si superi mai il lordo complessivo indicato precisamente e parametrato in base alle regioni più virtuose: l’Umbria per il compenso dei governatori e l’Emilia Romagna per quello dei consiglieri. Inoltre è stato deciso un contributo di 5 mila euro l’anno per consigliere per l’attività politica.
Entro il 30 novembre le Regioni dovranno varare le rispettive leggi regionali applicando la nuova normativa.
"Siamo d’accordo sui principi della riduzione dei costi ma su alcuni punti non abbiamo dato l’intesa perché vogliamo fare ricorso. In particolare sul controllo della Corte dei Conti. E poi sui riferimenti statutari". Così il presidente della Regione Valle d’Aosta, Augusto Rollandin, ha commentato all’Ansa in serata l’accordo raggiunto a Roma sul taglio ai costi della politica regionale.
Oggi un consigliere regionale valdostano guadagna in media circa 5000 euro netti mensili mentre il Presidente della Regione arriva a 9.500 euro circa. Importanti anche i tagli ai gruppi: oggi il Consiglio prevede un contributo, mensile di a) euro 840 per componente, fino al quinto (10.320 euro annui); b) euro 615 per componente, dal sesto al decimo; c) euro 500 per componente, a partire dall’undicesimo.”