Le economie derivanti dal taglio del 10% degli stipendi dei consiglieri regionali di maggioranza andrà a finire sul Fondo per il contrasto alla povertà e per il sostegno all’economia locale. E’ quanto prevede un emendamento, presentato dalla maggioranza e approvato dall’Aula con la sola astensione dei consiglieri Fabrizio Roscio e Chantal Certan.
Vitalizi
Via libera anche all’emendamento della II Commissione che taglia per il triennio 2016/2018 gli assegni vitalizi diretti e di reversibilità. In particolare l’Ufficio di Presidenza, all’unanimità, ha recepito e proposto un emendamento che prevede una misura di contenimento a scaglioni, con aliquote del 6 (per importi fino a 1.500 euro), 9 (fino a 3.500), 12 (fino a 6mila euro) e 15% (oltre 6mila) differenziate a seconda dell’importo mensile erogato, secondo criteri di temporaneità, ragionevolezza e proporzionalità, in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza costituzionale.
La norma prevede inoltre, da un lato, la maggiorazione del 40% delle aliquote di riduzione qualora il beneficiario sia titolare di un assegno vitalizio erogato dal Parlamento europeo, dal Parlamento italiano o da altro Consiglio regionale, dall’altro lato, definisce una soglia di 18.000 euro lordi annui al di sotto della quale può essere richiesta l’esenzione dalla riduzione.
È stata inoltre prevista un’ulteriore misura di contenimento dei costi, che consiste nella sospensione dell’adeguamento all’indice Istat per tutti i vitalizi erogati e in attesa di erogazione, sempre per il prossimo triennio 2016-2018. "Grazie ai presenti emendamenti, si conseguiranno economie di spesa, nel triennio, pari a quasi 900.000 euro" ha detto il Presidente del Consiglio regionale Marco Viérin.
Sempre in tema di vitalizi via libera ad un emendamento dei 5 Stelle che prevede la possibilità per i singoli consiglieri, con espressa richiesta, "di non maturare l’assegno vitalizio o di interrompere l’incremento della propria posizione, rinunciando al versamento dei contributi da parte del Consiglio". I grillini si sono visti invece bocciare gli emendamenti che portavano l’indennità di carica dei consiglieri dagli attuali 5185 euro a 4.300, che rivedevano le indennità di funzione e che prevedeva l’abrogazione della diaria di 2686 euro.
Bocciati anche gli emendamenti di Alpe e Uvp che portavano l’indennità di carica dei consiglieri a 4700 euro e le indennità di funzione.
Infine sempre in tema dei costi della democrazia è stato approvato un emendamento della maggioranza che porta i rimborsi spese del personale, anche di qualifica dirigenziale, delle società partecipate a quelli previsti per il personale dipendente dagli enti del comparto unico regionale.