Courmayeur, dimissioni in blocco della minoranza. Comune verso il commissariamento

Decade così il consiglio comunale di Courmayeur. Spetterà ora al Presidente della Regione nominare un commissario, in attesa di indire nuove elezioni, presumibilmente fra novembre e dicembre.
Stefano Miserocchi
Politica

Courmayeur si unisce ai 67 comuni valdostani chiamati a breve alle urne. A decretare la fine della travagliata esperienza del primo cittadino Stefano Miserocchi sono stati gli otto consiglieri della minoranza, che hanno depositato questo pomeriggio in Municipio le proprie dimissioni.

Oltre ai quattro fuoriusciti dalla maggioranza, Raffaella Sarteur, Marco Salvato, Roberta D’Amico e Alberto Vaglio, si è dimesso l’intero gruppo La Nuova Via con l’ex sindaco Fabrizia Derriard, Massimo Sottile, Daniela Scalvino e André Savoye.

Spetterà ora al Presidente della Regione, Renzo Testolin, prendere atto dello scioglimento del consiglio comunale e nominare un commissario, in attesa di indire nuove elezioni, presumibilmente fra novembre e dicembre.

“Così non si poteva andare avanti” spiega Alberto Vaglio “Anche ieri nell’ultima seduta del Consiglio ho chiesto le dimissioni del sindaco, ma lui ha sempre continuato a rifiutarsi di darle. Con oggi ho rimediato ad un errore commesso nel 2017, quando ho contribuito alla vittoria di questa squadra che si è dimostrata totalmente inadeguata nella gestione del comune.”

Parlano di scelta responsabile anche i componenti de La Nuova Via, Fabrizia Derriard, Massimo Sottile, Daniela Scalvino e André Savoye.

“A partire da luglio 2018 (otto mesi dopo le elezioni), il gruppo guidato da Miserocchi-Corio è pubblicamente entrato in una crisi interna insanabile che nel tempo ha portato alle dimissioni di 1 capogruppo e 2 assessori e all’uscita dal gruppo di maggioranza di ben 4 consiglieri. Degli 11 consiglieri di maggioranza iniziali oggi sono rimasti solo i 5 componenti della giunta e 2 consiglieri. – evidenziano “Risulta evidente che l’attuale governo di Courmayeur non possiede più gli 8 voti minimi necessari per definirsi maggioranza e per poter amministrare il paese. Dunque non può in nessun modo garantire il rispetto del programma elettorale proposto e votato dal Consiglio Comunale, unico organo sovrano e di garanzia”.

Il gruppo La Nuova Via ricorda come “Nel corso delle sedute del Consiglio comunale, e non solo, sono stati segnalati errori, imprecisioni, rischi e pericoli di scelte compiute con leggerezza, superficialità e talvolta supponenza, senza che niente di questo venisse in alcun modo preso in carico”. Poi lo stoccata finale: “In 32 mesi un bambino impara a camminare, a parlare, a mangiare da solo, a rispettare le regole di base: nello stesso arco di tempo l’amministrazione guidata da Miserocchi-Corio non è stata in grado di imparare nulla. Ha perso per strada persone e consensi seminando parole a cui non sono seguiti fatti, generando delusione, scontento e preoccupazione nel tessuto socio economico del paese e perdendo credibilità agli occhi di partner e interlocutori istituzionali e non solo”.

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il vallo di Chécrouit dove tutta la minoranza punta il dito contro il primo cittadino per gli “imperdonabili ritardi e approssimazioni. Tanto è vero che ad oggi i lavori non sono ancora stati avviati nonostante la loro urgenza e necessità per poter assicurare la regolare riapertura del nostro comprensorio sciistico. E questo a fronte dell’avanzo di amministrazione milionario del bilancio consuntivo 2019, deliberato in questi giorni dalla giunta, che se fosse stato approvato senza questo ritardo avrebbe consentito di finanziare con risorse comunali già nei mesi precedenti l’opera di Plan Chécrouit. Lo stesso avanzo avrebbe anche permesso di finanziare misure di sostegno a famiglie e imprese fortemente colpite dall’emergenza Covid-19″.

I tre ex Esprit D’Amico, Salvato e Sarteur spiegano così la decisione presa: “Sapersela sbrigare da soli è bene. Credere di doversela sbrigare sempre da soli, senza mai chiedere aiuto, è una debolezza travestita da forza. Se non sai chiedere aiuto, di regola non sai nemmeno cosa fare quando ti viene offerto spontaneamente, quando sarebbe morale accettarlo e immorale rifiutarlo”.

“Esprit è nato come una squadra, con presupposti e obiettivi precisi.  – proseguono i tre ex –  I giocatori di questa squadra, nonostante le competenze individuali, non sono stati messi in condizione di esprimere appieno le loro capacità e i presupposti e gli obiettivi sono stati ampiamente disattesi”.

Non solo: “Alcuni dei giocatori iniziali, con tempi e percorsi differenti, per dignità personale e professionale, hanno quindi optato per uscire dalla squadra. Il capolinea di questa amministrazione giunge a valle di un periodo che ha ulteriormente dimostrato l’assenza di un metodo di lavoro e di una programmazione efficaci ed efficienti, evidenziando altresì carenza di indirizzo e di gestione della macchina comunale”.

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