Cva, la maggioranza ha deciso: sarà quotata. Ma l’ultima parola spetterà alla popolazione

09 Maggio 2019

La maggioranza va dritta per la strada della quotazione in borsa di Cva, mettendo però in campo l’impegno per un referendum consultivo.
Dopo quasi 20 ore di discussione e nove risoluzioni bocciate, sulla partecipata regionale arriva un punto fermo.
Sarà presentato nelle prossime settimane un disegno di legge per riprendere l’iter di quotazione in borsa di Cva. Articolato che verrà poi sottoposto ad un referendum consultivo.

Nel frattempo la Commissione paritetica dovrà andare avanti nella presentazione di una norma di attuazione che rafforzi la potestà legislativa in materia di affidamento delle concessioni idroelettriche e nella predisposizione di una norma di attuazione che sopprima nella bolletta elettrica dei valdostani la componente tariffaria a favore dello Stato sugli oneri di trasporto e sistema.
La risoluzione della maggioranza è stata approvata con 18 voti favorevoli e 16 contrari.

Come specificato nella risoluzione, il disegno di legge  dovrà prevedere il concorso di Cva nella transizione della Regione a Fossil Free, fissare la percentuale massima di quote collocabili in borsa, riservare una quota da destinare all’azionariato popolare nonché prevedere il rimborso ai valdostani di una quota significativa della componente energia della bolletta elettrica, relativamente alle utenze domestiche, attraverso gli utili resi disponibili alla Regione da Cva, a seguito della quotazione.

Per la maggioranza la scelta presa oggi è una “dimostrazione di serietà”.

“Oggi Cva ha bisogno di un nuovo rilancio” ha ricordato Pierluigi Marquis di Stella Alpina “In questo contesto la società non può più operare, non può porre la sua attenzione all’efficientamento energetico, ne alla mobilità, non può puntare al suo sviluppo”. Aggiunge l’Assessore regionale alle Finanze, Renzo Testolin: “Il processo di quotazione vuol mettere nelle disponibilità della nostra società delle prospettive di crescita per la comunità valdostana”.
A innescare un piccolo “casus belli” è la dichiarazione di Emily Rini che svela in aula un suo emendamento alla risoluzione, non iscritto per l’impegno preso dal Governo a procedere prima di presentare il disegno di legge ad ulteriori approfondimenti “Credo fermamente che approfondire una tematica non è un atto di debolezza, ma una prova di serietà politica, di consapevolezza amministrativa”.

Parole che scatenano la reazione dell’opposizione. “Per due giorni e mezzo ci avete negato gli approfondimenti che chiedevamo e ora li volete fare voi?” sbotta Roberto Cognetta di Mouv’.
Per la minoranza la risoluzione approvata ha diverse contraddizioni, come mettono in luce Adu Vda e Rete Civica fra cui la scelta di andare verso la quotazione e allo stesso modo di procedere con l’approvazione della norma di attuazione, o ancora di parlare di sconti e rimborsi sulle bollette quando difficilmente un investitore accetterà di rinunciare a degli introiti.

“Ho un grosso dubbio sul discorso delle risorse che questa operazione potrà generare e sul loro utilizzo” sottolinea Stefano Aggravi della Lega Vda ricordando le diverse promesse fatte, come quella sui collegamenti intervallivi.

Nella tre giorni di dibattito su Cva lo scontro non si è consumato però solo fra maggioranza e minoranza. Fra i banchi dell’opposizione protagonisti delle solite schermaglie sono stati M5S e Lega/Mouv’. Con i primi che accusano i secondi di voler vendere Cva.
“È evidente che sono arrivati segnali che spingono verso la vendita di almeno il 51% delle azioni di Cva in modo che possa essere esercitato un controllo privato” scrivono i grillini. Parole smentite poco dopo da Mouv’ con una nota: “Mouv’ non vuole quotare la Cva, Mouv’ non vuole vendere la Cva, Mouv’ non vuole fare nessuna operazione che cambi l’assetto societario di Cva”.

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