Dal Pd e l’Italia dei Valori quattro sì per i referendum

La “staffetta delle donne di valore”, organizzata dall’Italia dei Valori per spiegare ai cittadini le motivazioni del sì, è arrivata questa mattina in Piazza Chanoux ad Aosta. "Vogliamo rompere il silenzio di censura che è calato su temi fondamentali".
La “staffetta delle donne di valore”
Politica

“Quattro sì per far camminare le idee”. E’ questo slogan scelto dal Partito Democratico, l’Italia dei Valori e il Partito Socialista Italiano per accompagnare di comune accordo la campagna pro referendum, in vista del voto popolare del 12 e 13 giugno. La “staffetta delle donne di valore” partita dalla Liguria tre giorni fa, è arrivata infatti questa mattina in Piazza Chanoux ad Aosta e nei prossimi giorni sarà a Milano, appena prima dei ballottaggi per l’elezione del nuovo sindaco, per poi concludersi il prossimo 10 giugno a Reggio Calabria.

“Con il PD e il PSI condividiamo lo stesso punto di vista – ha spiegato Lorella Vezza, coordinatrice regionale delle donne dell’IDV – in altre parole la necessità di difendere il nostro futuro e di far capire alla gente che è necessario andare alle urne, perché senza il raggiungimento del quorum lasceremo la decisione nelle mani di chi ha scelto di non decidere. Vogliamo far sentire la nostra voce per denunciare il silenzio che è stato volutamente calato su questi temi”.

Legittimo impedimento
Sul primo tema referendario, l’Italia dei Valori ritiene che il governo abbia “introdotto il legittimo impedimento per permettere al Presidente del Consiglio e ai Ministri di non comparire in udienza penale per l’intera durata della loro carica. E’ un segno dell’arbitrio del potere politico e dell’impunità dei potenti”.

“Nel caso in cui venisse allargato anche ai parlamentari – ha concluso Vezza – c’è il rischio che si crei una grande casta d’intoccabili: noi vogliamo che la legge sia uguale per tutti”.

Acqua
Per sostenere il “sì” ai due quesiti riguardanti l’acqua, la parola è passata a Giuliana Ferrero, consigliere comunale del Pd, partito che ha promosso in prima persona la raccolta delle firme per il referendum. “La privatizzazione del controllo e della gestione dell’acqua trasforma questo bene comune in una merce come le altre – ha spiegato Ferrero – dimenticando si tratta di un servizio essenziale e un diritto dei cittadini”.

“Inoltre – ha continuato Ferrrero – in questo modo le comunità locali perderebbero il controllo su una risorsa essenziale, alimentando invece i profitti e il potere delle multinazionali, con la conseguente crescita dei prezzi pagati dai cittadini”. Contro la privatizzazione prevista dalla Legge Ronchi, il Consiglio Regionale si è già espresso chiaramente nel 2009, quindi secondo il PD, “l’Union Valdôtaine non dovrebbe avere difficoltà a schierarsi allo stesso modo anche in questa occasione, forse però crea imbarazzo la differente posizione del PDL, attuale alleato in maggioranza”.

Nucleare
“Nonostante il rifiuto popolare del 1987, il governo vuole puntare di nuovo sull’energia nucleare: noi siamo contrari su tutta la linea a questo ritorno di fiamma”. Sulla necessità di votare in maniera favorevole anche l’ultimo quesito è intervenuta Carmela Fontana, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Dopo gli incidenti di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima – ha concluso Fontana – è chiaro a tutti che l’energia nucleare è una vera minaccia per la salute ambientale e delle persone. Noi invece vogliamo puntare sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica nel massimo rispetto dell’ambiente”.

Appuntamenti sul territorio
Per spiegare ai cittadini perché votare sì ai quattro referendum, per questa settimana l’Italia dei Valori ha in programma altri 4 incontri sul territorio: questa sera l’appuntamento è alle ore 21 presso la saletta comunale di Challand-Saint-Anselme. Alla stessa ora, seguiranno gli incontri di Donnas (25 maggio), Champorcher (26 maggio) e Gaby (27 maggio).

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