L’incontro – rigorosamente “a porte chiuse”, con i giornalisti fuori – nasce proprio per parlare dei dazi imposti dagli Stati Uniti, nonostante la repentina sospensione di 90 giorni decisa giusto ieri su alcuni di essi dal presidente statunitense Trump. Dazi che, alla Cogne acciai speciali, hanno già avuto il primo impatto. Non certo indolore.
Oggi, all’interno degli uffici direzionali della società, è arrivato Alberto Cirio, accompagnato dalla coordinatrice regionale di Forza Italia Emily Rini. Cirio è ad Aosta in qualità di Presidente della Regione Piemonte, sì, ma soprattuto in veste di Capo della delegazione italiana al Comitato delle Regioni all’Unione Europea. Presente alla riunione – anche perché è uno dei dieci componenti del Comitato delle Regioni stesso – anche l’assessore regionale agli affari europei, innovazione, Pnrr e politiche nazionali per la montagna Luciano Caveri.
Prima di entrare nella riunione, Cirio si ferma con i giornalisti. Partendo, ovviamente, dall’affaire dazi: “Stiamo ragionando ad ogni livello su come intervenire. Per agire, però, e non per reagire. Questa posizione, presa prima dell’annuncio della sospensione dei dazi, è risultata vincente”, ha detto.
Non solo, anche perché secondo Cirio l’Italia ha una “carta” in mano: “Non sottovalutiamo quanto il nostro Paese possa fare, visti anche i rapporti che abbiamo con gli Stati Uniti e quelli che la presidente Meloni ha con il presidente Trump. E questa sospensione è la somma di tanti fattori”.
Poi, repetita iuvant: “È molto importante distinguere tra agire e reagire, mantenendo l’equilibrio delle posizioni – ha aggiunto Cirio –. Oggi sono qua per dire che faremo la nostra parte per le aziende italiane. È una situazione in evoluzione, quando parliamo di acciaio parliamo di un settore strategico, e già vediamo le difficoltà dell’automotive dovute al percorso di transizione ecologica”.
Transizione ecologica sulla quale “siamo d’accordo”, aggiunge Cirio, anche se la strada dovrebbe essere meno impervia. O meglio: “Non facciamoci del male da soli tra europei – ha detto ancora –, e lo dico da europeista convinto. Perché negli ultimi sette o otto anni l’Europa è stata più ‘matrigna’ che ‘mamma’ con il nostro Paese, le nostre Regioni ed i nostri prodotti. Siamo concentrati su ciò che possiamo fare per le imprese e perché l’Europa sia più ‘mamma’”.
Anche in questo, dice Cirio, l’Italia può avere un vantaggio: “Se abbiamo la possibilità di avere credibilità internazionale dobbiamo usarla – ha concluso –. Una credibilità che deriva anche dalla stabilità e oggi abbiamo il governo più stabile d’Europa”.
2 risposte
Agire e non reagire. Ma che vuol dire? E’ una contraddizione in termini. Cavolate del politichese.
Unico modo per reagire ai dazi come ha detto l’analista Galliani è riaprire i rapporti commerciali con la Russia, togliergli le sanzioni (autolesioniste, visto che danneggiano solo noi) in cambio di ottenere il gas a prezzo di favore e quindi non pagare 4 volte tanto per il gas liquefatto Usa, prezzo insostenibile per im prese energivore come quelle dell’auto e acciaio.. Peccato che siamo una colonia Usa e getta.
Queste occasioni mettono a nudo tutta l’inconsistenza della classe politica unionista. Meno male che c’è chi, come la Rini, riesce a portare i problemi della Valle d’Aosta a livelli superiori, che non siano sempre e soltanto il bancone del bar oppure la sala riunioni in Avenue des Maquisards… Tanta stima per lei, Emily Rini.