L'assenza di Renato "Impérativement" Favre si fa sentire. L'ex presidente dell'assemblea fissava tempi tassativi, calcolava le interruzioni al millesimo di secondo, conduceva i lavori con polso e una velata ironia: era arrivato ad aggiungere la clausola
"impérativement" nell'orario di convocazione delle assemblee. Era, insomma, molto poco amato dai colleghi consiglieri.
Nella due giorni di debutto del consiglio comunale di Aosta, i neo-eletti manifestano disciplina. Forse deriva dalle diffidenza verso una terminologia nuova, forse sono semplicemente spaesati tra flash dei fotografi, telecamere e nuovi pulsanti da premere per la prima volta, microfoni che fischiano, colleghi che corrono troppo veloci verso le votazione delle diverse delibere.
Inevitabile come la morte, puntuale come un treno svizzero, arriva lo sbracamento istituzionale. I consiglieri, seri e ligi, trasformano il momento delle elezioni del presidente e dei vice in una festicciola per presentare i nuovi volti agli amici, per chiacchierare con i parenti e i compagni di partito, presenti negli spazi riservati al
pubblico. Una pausa di un quarto d'ora diventa di un'ora, l'appello si fa con dieci minuti di ritardo. Il regolamento, di cui Favre declamava a voce alta interi capitoli, si sente invocare soltanto dall'opposizione.
Ci si accorge che l'assemblea è diversa anche per i tanti volti sconosciuti. Consiglieri giovani e spilungoni che rischiano lo scalpo tutte le volte che devono spostarsi nel sottotetto del municipio, pensato per la "giunta dei nani", come la chiamavano le malelingue, della passata consigliatura. Consiglieri giovani ed educati permettono che le toilette, tirate a lucido, rimangano splendenti e profumate anche a fine seduta: è la linea verde che l'elettorato ha scelto.
Nella disposizione in aula, l'UV trasloca vicino al PdL, lasciando Fédération accanto al PD e Stella Alpina divisa a metà, democristianamente un po' di qua e un po' di là, tanto che il capogruppo Serra deve usare i gesti e i segnali di fumo per comunicare
con i colleghi di partito. Anche la linea wi-fi non è mai stata così sottoutilizzata, da nuovi consiglieri che non conoscono ancora le tecnologie – e le distrazioni – dei lunghi pomeriggi di discussione.
Le linee programmatiche di consigliatura riportano a bomba alla campagna elettorale. "I commenti al voto si sono sprecati – spiega Carlo Curtaz -, alcuni sono stati anche curiosi, come quello di Pannella, che ha confuso Bruno Giordano con Giordano Bruno". Il sindaco risponde, il giorno dopo: "In tempi non sospetti, ho ritenuto di sostenere economicamente il partito radicale, e l'onorevole Pannella se ne è ricordato. Non era un semplice caso di omonimia".
Ecco svelato il mistero dell'elogio alla coalizione "sbagliata" del leader radicale. E' aperta la caccia per scoprire i partiti dell'arco costituzionale per cui il sindaco non ha mai simpatizzato.