Dimissioni cda, Aggravi: “Ha espletato il suo mandato”. E spunta l’ombra del commissariamento

A spiegarlo l'Assessore al Bilancio. L'ipotesi - che però Aggravi smentisce - è quella di un concordato preventivo in bianco dopo la presa d'atto delle dimissioni dall'assemblea dei soci portata avanti da un commissario.
Stefano Aggravi.
Politica

Dopo la “fuga di notizie” di poco fa – con il nuovo cda del Casinò dimissionario dopo 16 giorni dall’insediamento – tocca all’Assessore al Bilancio Stefano Aggravi il momento dei “perché”.

Risposte che comunque, alla fine della riunione tra l’Assessore stesso, i capigruppo regionali ed il cda “dimissionario” sono nebulose. Aggravi cerca di tagliare corto, richiama alla necessaria riservatezza sulla questione e sul “percorso che verrà adottato”: “Il consiglio di amministrazione aveva un mandato specifico – spiega –, ha fatto quanto doveva fare, tecnicamente è emersa la notizia delle dimissioni e non sta a me confermare o quant’altro perché la conferma o quello che succederà verrà data nella sede deputata che sarà la prossima assemblea che verrà convocata”.

Un incontro dal quale tutti, o quasi, escono con le bocche cucite, e che Aggravi definisce “informale, fatto per dare piena trasparenza a tutte le forze politiche della situazione della Casinò SpA”. Nello specifico del Casinò, e sulla situazione che ora si sta venendo a creare, aggiunge: “Sicuramente la soluzione che verrà identificata è una soluzione che deve mettere a protezione la società e chi ha interessi nei confronti della società. Null’altro viene detto e null’altro dirò”.

Il mandato del cda

Il mandato che il cda avrebbe – stando ad Aggravi – completato viene descritto dallo stesso assessore: “Doveva valutare la sussistenza della continuità aziendale perché prodromica alla chiusura del bilancio, identificare le manovre corrette che potevano sostenere la continuità aziendale e terzo, tenuto conto che c’è la questione degli aiuti di Stato, valutare eventualmente come interloquire con la Comunità Europea per attivare, per mezzo della Regione, la procedura di salvataggio dell’impresa in crisi”.

Le dimissioni non dimissioni

Aggravi non si sbilancia, e anche a domanda diretta non pronuncia mai la parola “dimissioni”. Però spiega: “Fino alla data di assemblea, quindi il momento deputato, non cambia nulla”.

Poi ripete, come un mantra: “Il cda aveva un mandato, il mandato è stato espletato, è stata presentata una relazione al socio che ha dato comunicazione per trasparenza agli attori politici. In seguito si definirà la strada da percorrere e il momento in cui verrà definito sarà l’assemblea dei soci”.

L’ipotesi del concordato preventivo e l’ombra del commissariamento

A prendere quota è l’idea che l’assemblea dei soci possa andare verso la direzione di un concordato preventivo “in bianco”, procedura rivolta agli imprenditori commerciali “fallibili” ed in situazione di crisi irreversibile, o con istanze di fallimento pendenti.

Procedura che, a cda dimissionato ufficialmente dall’assemblea, verrebbe portata avanti da un commissario da individuare. Aggravi, comunque, non conferma: “Chi l’ha detto – riferendosi ad una domanda sull’eventuale concordato –? Io oggi ho detto che ho rappresentato una relazione”.

Relazione che, prosegue sibillino l’Assessore, spiega altro: “L’espletamento di questo mandato ha evidenziato qualcosa, quel qualcosa al momento impedisce una continuazione. C’è possibilità di uscirne ma ci vuole riservatezza ed evitare fughe in avanti”.

Il silenzio dei politici, quasi tutti

All’uscita dal “summit”, si diceva, le bocche restano chiuse. Gli unici a fornire qualche dettaglio in più sono Pierluigi Marquis e Albert Chatrian, ovvero l’allora Presidente della regione e Assessore al Bilancio che nominarono l’Amministratore unico Giulio Di Matteo alla guida del casinò e “detronizzato” due settimane fa a favore del nuovo cda, ora “fantasma”.

Stringato il commento del Capogruppo di Stella Alpina: “Abbiamo preso atto di quanto ci è stato rappresentato dal cda. Ora ciascuno sarà chiamato alle proprie responsabilità, ci sono decisioni che devono esser prese. Il cda ha verificato la situazione e rassegnato le sue dimissioni, e ha rimesso la palla nelle mani dell’azionista”.

Si spende di più, invece, il Capogruppo Alpe: “C’è stato un aggiornamento della situazione che poco si sposta dalla fotografia che avevamo al 1° agosto. La novità è che non ci sono novità. La tensione c’era e c’è tutt’ora, anzi è aumentata, come sono aumentati anche i debiti pregressi in questi due mesi e mezzo, passati da 9,5 milioni a 10,9. Tutte cose di cui il governo Spelgatti era a conoscenza già da tre mesi”.

Ma non solo: “L’unica novità è che si doveva intervenire prima – ha aggiunto –, riducendo ulteriormente i costi”. E sul mandato del consiglio di amministrazione: “Ha fatto il suo compito – conclude –, ci ha portato una ‘fotografia’ della situazione al 25 ottobre e ha dato le dimissioni”.

Chatrian
Il Capogruppo Alpe in Consiglio Valle Albert Chatrian

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