Il muro del silenzio alla fine è crollato e l’irritazione, malcelata, per le dimissioni di Chiara Minelli, ha inondato l’aula del Consiglio regionale.
All’”Assessora dei Comitati”, Aurelio Marguerettaz (Nda sua la definizione) chiede, “prima di dire che gli autonomisti sono brutti e cattivi”, di guardarsi in casa “chiarendo perché la sua posizione all’interno di Progetto civico progressista è minoritaria”. Il capogruppo Uv ha poi consegnato all’ex Assessora una pagella con giudizio positivo come “politico” per “aver portato avanti in modo integralista le sue azioni, interpretando il solo pensiero di chi l’ha votata e non dei valdostani” e negativo come “assessore” perché “ha interpretato il suo ruolo come una delega” rifiutando il confronto.
“Ideologismo da sofà” l’accusa mossa invece da Albert Chatrian a Minelli e alla componente politica di cui è rappresentante. “Di chi dall’esterno ci dà pagelle tutte le settimane, senza però cercare soluzioni”. L’ex Assessore regionale all’Ambiente (Nda sotto il suo Assessorato nella scorsa legislatura fu approvata la legge poi impugnata e dichiarata incostituzionale) torna sulla questione discariche sollevando il dubbio che le dimissioni fossero già decise “per lasciarci un problema su questo tavolo. Purtroppo sono dei temi talmente delicati che giocare a illudere le persone fuori da quest’aula è la cosa più brutta. Nella vita come nella politica ci va correttezza, onestà intellettuale e capacità”.
Da tutti i consiglieri di maggioranza intervenuti è arrivato poi un giudizio negativo sulle dimissioni. “Essere una maggioranza eterogenea è una ricchezza e non una debolezza, – chiosa Corrado Jordan di VdA Unie – anche all’interno dei gruppi consiliari possono esserci diversità di vedute, ma non per questo, quando non si è non si è d’accordo su un tema o non si è d’accordo con la maggioranza, ci si dimette, non lo si fa usando come pretesto una risoluzione. Non si può essere nello stesso tempo di lotta e di governo”.
Tutti concordi anche nel dire che “la maggioranza c’è” e “il governo non è in stallo”. Spiega il Presidente della Regione Erik Lavevaz: “Nei prossimi giorni le forze politiche definiranno insieme agli eletti quali siano i confini di questa maggioranza e si cercherà di dare il giusto equilibrio all’interno delle forze politiche, perché non è il momento questo di rischiare una crisi al buio e forse non era il momento più opportuno per dare le dimissioni”. Nell’attesa che la verifica politica si compia, le deleghe all’Ambiente ai Trasporti passano ad interim al Presidente della Regione.
Il dibattito sulle dichiarazioni di Minelli, dopo la sospensione di maggioranza, si era aperto con i toni concilianti del vice capogruppo di Pcp Paolo Cretier – “è necessario proseguire con questa maggioranza e in qualche modo limare le incomprensioni che ci sono state” – per chiudersi con quelli stizziti del compagno di gruppo Antonio Malacrinò: “diventa molto difficile lavorare con chi non si confronta con i propri compagni e le scelte vengono dettate dall’esterno. Quando si parla a nome del gruppo gli interventi dovrebbero essere condivisi”.
Nel mezzo oltre alle accuse degli autonomisti è arrivata la solidarietà a Minelli da parte dell’altra dimissionaria Erika Guichardaz – “mi chiedo se è un caso che quando sono le donne a dare le dimissioni si parli di reazioni emotive” – e il “ve l’avevamo detto” di Lega VdA e Pour l’Autonomie.
Lo sfogo di Chiara Minelli
“Io non ho sbattuto nessuna porta, ma certo non posso assistere inerte a voti che non condivido e ad atteggiamenti di ostruzionismo che impediscono di lavorare in modo produttivo” e ancora “per alcuni esponenti della maggioranza, anche di spicco” il programma non solo conta poco ma “si teorizzava anche che non è un totem”. Sono alcuni passaggi chiave del lungo sfogo di Chiara Minelli. Il ritorno in Consiglio regionale dell’Assessora, guarita dal coronavirus, avviene nel giorno della presa d’atto delle sue dimissioni. Una ferita aperta all’interno della maggioranza, che la verifica di lunedì scorso ha cercato di suturare, senza però riuscirvi.
“Una riunione che doveva essere finalmente di confronto costruttivo, con lo scopo di capirsi e ragionare, ha visto gli interventi del solo presidente della Regione e di quattro esponenti di Progetto civico progressista e un sorprendente silenzio da parte di tutti gli altri”.
Chiara Minelli ritorna sulle ragioni che hanno portato al suo passo indietro: la risoluzione sull’ospedale votata dalla maggioranza, che “accelera nel dare corso alla progettazione esecutiva della variante del progetto di ampliamento”. Scelta che sia Minelli che Guichardaz hanno reputato “non sufficientemente ponderata, fatta prima di aver approfondito tutti gli elementi e valutato le possibili alternative”. Episodio che per l’Assessora all’Ambiente ha rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso, “ha fortemente accentuato un disagio preesistente, che in parte deriva dalle mie condizioni di salute, già non ottimali, e che sono state aggravate dal Covid, ma in parte deriva anche dalla constatazione delle difficoltà a svolgere una proficua attività amministrativa su vari e importanti dossier”.
Questioni che avevano trovato una mediazione fra le varie forze politiche nell’accordo di programma, secondo Minelli poi disatteso da una parte dell’attuale maggioranza.
“In questi sette mesi mi sono sentita spesso a disagio e anche fuori luogo” scandisce l’Assessora citando la questione dell’elettrificazione della tratta Aosta – Ivrea – “sono dispiaciuta e anche sorpresa dell’ostilità di vari esponenti nei confronti della politica ferroviaria che ho portato avanti in coerenza con tutta la normativa e la programmazione regionale” – il piano regionale dei trasporti, “un testo pronto da due anni che non viene neppure avviato alla valutazione ambientale strategica”, la proposta di ridefinire il ruolo futuro dell’aeroporto regionale, “abbandonando una fallimentare opzione di aeroporto commerciale” e ancora il disegno di legge sulle discariche, “provvedimento elaborato con gli uffici competenti, compreso l’ufficio legale, è stato bloccato”, per arrivare alla road map per una Valle d’Aosta fossil free “passata in giunta a febbraio, non è stata ancora esaminata dalle commissioni competenti”.
Concordando sulla necessità di non “provocare delle crisi di maggioranza in una fase come questa”, l’Assessora evidenzia però come” il buon governo esige anche chiarezza di idee, prospettive e strategie per guardare lontano, e non solo per gestire gli interventi di ordinaria amministrazione.” Dopo il carico da novanta, arriva però da Minelli, a nome di tutto il gruppo di progetto civico progressista “la massima disponibilità per unire le energie per collaborare, ma la stessa disponibilità ci deve essere da parte di tutti”.