Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti: ecco le reazioni della politica valdostana

Molti politici locali questa mattina hanno affollato profili e bacheche di Facebook e Twitter, con analisi più o meno approfondite sull’esito del voto presidenziale americano.
Donald Trump
Politica

La lunga notte elettorale americana, terminata al sorgere del sole con la vittoria di Donald Trump, ha tenuto svegli anche molti valdostani, impegnati a commentare i risultati soprattutto sui social network. Tra questi molti politici locali che questa mattina hanno affollato profili e bacheche di Facebook e Twitter, con analisi più o meno approfondite sull’esito del voto presidenziale.

I delusi
Amareggiato Raimondo Donzel, consigliere regionale del Pd. “Ha vinto Trump – scrive sul proprio blog e su Facebook – questa è la democrazia. Il voto va rispettato e compreso. Anche se personalmente mi amareggia; e molto. Per quanto mi riguarda si tratta non solo dell'ennesima sconfitta in America del pensiero socialdemocratico (a cui faccio riferimento) – già nelle primarie Sanders ha ceduto il passo alla Clinton – ma anche in generale del liberalismo democratico, che fa emergere un nuovo "populismo" conservatore anche nel mercato e radicale nei conflitti sociali e internazionali fino ad evocare la guerra”.

Regna la preoccupazione in casa Alpe. “Trump presidente – scrive il Presidente, Alexis Vallet, all’alba – le democrazie a volte sono delle brutte bestie. E' un mondo che inverte il suo trend progressista. E lo avevamo visto con la Brexit o con le elezioni in Austria o in tanti altri paesi. Dovere di chi crede in una politica diversa è saper leggere i disagi e offrire proposte e persone credibili. Hillary per gli americani non lo era. Dopodiché sono convinto che l'America con i suoi contrappesi resterà la prima democrazia del mondo. Ma chiaramente tutto sarà più complicato…davvero peccato”. Sulla stessa linea i due consiglieri regionali Chantal Certan, che sottolinea come "la scelta degli americani preoccupi seriamente, sicuramente può però insegnare tante cose ed è un monito chiaro a chi fa politica” – e Alberto Bertin, che si limita ad un laconico: “Ecco, ci mancava pure questo alla Casa Bianca.

C’è invece chi nasconde la propria amarezza dietro ad una battuta, come Andrea Padovani de L’Altra Valle d’Aosta. “Ah giusto un appunto, nascondete la valigetta con i codici! Non so, muratela da qualche parte ma non fategliela trovare!”, scrive su Facebook facendo  riferimento ad una possibile svolta in chiave bellica in materia di politica estera.

Gli analisti

Fabio Marra, consigliere comunale di Donnas coordinatore degli eletti dell'UVP negli Enti locali, sottolinea come “il fatto impressionante di questa giornata è che un uomo di oltre 70 anni con parrucchino, sbeffeggiato da tutti i media americani e mondiali, indubbiamente invadente, per usare un eufemismo, e dai toni sopra le righe, per usare un altro eufemismo, ha messo in riga tutti, la finanza di Wall Street, attori e cantanti hollywoodiani di ogni tipo, gli statisti americani ed europei che fanno l'ennesima figuraccia, una Brexit all'ennesima potenza. Più naturalmente Hillary e il presidente uscente Barack Obama, che si era speso a suo favore con tutta la famiglia. C'è di che riflettere…”

Luciano Caveri, ex consigliere regionale, affida alle pagine del suo blog un’analisi approfondita. “Cosa ci insegnano queste elezioni? L'uso sempre più forte del marketing in politica e la spinta potente della galassia di Internet e l'integrazione fra diversi media ormai consentita dalle nuove tecnologie che invadono la nostra vita quotidiana. Vi è poi, in parte correlata al primo punto, il tema crescente nella sua importanza di un suffragio universale che in molti si coniuga con una totale ignoranza dei problemi reali, seguendo semmai logiche emotive e persino irrazionali, condite pure da promesse – vecchia storia in politica dipinta di nuovi colori – che abbacinano i creduloni come facevano i venditori di pozioni miracolose nelle fiere del vecchio West. Questo populismo demagogico è un'arma pericolosa e non si capisce come smontare certi castelli in aria e le suggestioni su quella parte di popolazione priva degli elementi utili per decidere non sull'onda delle illusioni o peggio delle paure”.

Stringato ma diretto, da parte sua, su Twitter, il sindaco di Quart, Jean Barocco, che retoricamente domanda: "Adesso cosa ci diranno gli analisti e i sondaggisti?" 

I festeggianti

A gioire per la vittoria di Trump, questa mattina, è stato Massimo Lattanzi, ex consigliere regionale di Forza Italia, che su Facebook ha scritto: “Ancora una volta, contrariamente a quello voluto dalle caste, dai potentati sostenuto dai media e previsto dai sondaggisti il popolo vota l'anti sistema”.

Non le manda a dire Andrea Manfrin, consigliere comunale ad Aosta per la Lega Nord. “Manca davvero poco – scriveva questa mattina su Facebook – e poi potremo esplodere di gioia e ricacciare in gola a buonisti e cazzari tutto il fango sputato in questi mesi…”

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