Dopo l’allargamento della maggioranza regionale al Pdl si torni al voto

Fabio Protasoni interviene sulla nuova situazione politica. O il Pdl aderisce al programma degli autonomisti e dichiara esplicitamente che ha cambiato idea oppure la nuova maggioranza regionale di centrodestra si presenta alle urne con un nuovo programma.
I lettori di Aostasera, Politica

Caro Direttore,

mi rendo conto che si è già largamente abusato della attenzione dei lettori per proporre visioni “di parte” sulla faccenda dell’allargamento della maggioranza regionale al Pdl. Il tema è ormai arrivato al suo epilogo e ognuno si assume le sue responsabilità.

Come ho avuto modo di sostenere non penso che sia il Pdl ad entrare in una maggioranza autonomista ma il contrario. Oggi la regione Valle d’Aosta è governata dal centrodestra. Poco importa la formula tecnica o i numeri. Quello che pare evidente, almeno a me, è che, per “ingraziarsi” Berlusconi, dal quale dipendono dossier importanti per la Valle d’Aosta ma anche, ahimè, per tutto il paese, si è pensato, dopo il “dolcetto” del comune di Aosta, di imbarcare il Pdl locale nella maggioranza regionale e cercare, così, di avere un canale di udienza privilegiato con il “sultano”. Triste.

Dentro questa percorso c’è l’ammissione di una debolezza e di una crisi della maggioranza autonomista, e dell’Union Valdotaine in particolare, che non riesce a rispondere ai problemi della crisi, dei trasporti, del lavoro e dello sviluppo sociale, ed è costretta ad elemosinare attenzione, anziché imporla, facendo leva sulla autorevolezza e sulle “buone ragioni” della nostra autonomia. Forse che quella autorevolezza e determinazione l’abbiamo persa?

Il punto di attualità sul quale mi interessa soffermarmi, e che penso non sia “di parte”, è però un altro. Questo cambio di maggioranza avviene in presenza di una legge elettorale che impone delle precise prescrizioni a tutela degli elettori e della democrazia. In particolare la legge approvata nel 2007, all’articolo 4bis, prescrive in modo molto chiaro che la competizione elettorale avvenga sulla base di schieramenti contrapposti, vincolati ad un programma preciso e alternativo.

Ora i casi sono due. O il Pdl aderisce al programma degli autonomisti e dichiara esplicitamente che in due anni ha cambiato idea oppure la nuova maggioranza regionale di centrodestra si presenta con un nuovo programma e con nuove priorità. Nel primo caso c’è da chiedersi per quale motivo ci hanno tediato per mesi e mesi con consultazioni, dibattitti, litigi e mezze scissioni. La maggioranza resta tale e il Pdl vota a favore dei provvedimenti di Rollandin perché si è convinto della loro bontà. Fine della trasmissione e applausi al Presidente che guadagna consensi.

Se invece stiamo parlando di un cambiamento politico e programmatico della coalizione che ha vinto le elezioni nel 2008 allora la faccenda è diversa. Se cambiano i presupposti che hanno determinato quel voto è necessario tornare a votare. Diventa necessario perché la legge elettorale valdostana non conferisce al vincitore una delega in bianco ma un voto sulla base di una precisa opzione politica vincolata, appunto, alla presentazione di un programma comune. Se questa cambia in corso d’opera anche l’orientamento e il voto dell’elettore potrebbero cambiare.

Se non fosse così per quale motivo sarebbe necessario scriverlo in una legge? Ecco quindi che la posizione del Pd che chiede di sancire con un nuovo voto il cambiamento degli equilibri politici e delle alleanze in regione non è una questione virtuale ma di rispetto della legge e degli elettori. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei… ma se mi dici una cosa e poi ne fai un’altra….

Fabio Protasoni

Presidente Assemblea regionale PD

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