Elezioni Aosta, Uvp abbandona il tavolo. Favre: “Non è un progetto di vero cambiamento”

"Alla luce della lettura del documento preparato e posto alla nostra attenzione, l’Uvp prende atto che non vi sono quei contenuti che riteniamo invece fondamentali per proseguire un dialogo comune" sottolinea Favre
Alessia Favre, Presidente UVP
Politica

L’Uvp si sfila dall’accordo per le elezioni comunali di Aosta. I progressisti non si presenteranno all’incontro in programma tra qualche ora nella sede Uv. A spiegare le motivazioni della scelta è il Presidente, Alessia Favre: "A seguito delle intercorse settimane di trattative, faticose, ci siamo resi conto che non vi è nel tavolo una reale volontà di rinnovamento, per noi fattore imprescindibile per garantire un nuovo metodo di fare politica in Valle d’Aosta e anche alla luce della lettura del documento preparato e posto alla nostra attenzione, l’Uvp prende atto che non vi sono quei contenuti che riteniamo invece fondamentali per proseguire un dialogo comune".

In particolare la Presidente di Uvp sottolinea di non trovare "i contenuti politici propedeutici al perseguimento di un vero progetto di cambiamento per il Comune di Aosta, in totale discontinuità con il passato, presupposto indispensabile per avviare una nuova fase politica e ci troviamo pertanto impossibilitati, per coerenza con i nostri elettori e con gli obiettivi alla base delle nostra azione, a continuare a sedere al tavolo delle trattative".

Favre auspica, comunque, che "possa proseguire la collaborazione, con chi ha condiviso il percorso avviato con le precedenti elezioni regionali e nel lavoro in Consiglio Valle, come sul territorio regionale quelle, a seconda delle opportunità, e in coerenza con il nostro percorso risultano già avviate". 

Rimane, quindi, al tavolo il Pd che nei giorni scorsi con il voto di astensione al bilancio comunale dei suoi tre consiglieri ha dato un ulteriore segnale ai futuri alleati di Uv e Stella Alpina. Rimane tuttavia l’incertezza su Creare Vda che i due partiti di maggioranza vogliono nella partita, per assicurarsi una vittoria certa al primo turno, mentre il Pd, nella logica della discontinuità, non è al momento disponibile ad imbarcare. Il tavolo, quindi, potrebbe alla fine ritornare a quattro. 

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