Domenica, prossimo 22 aprile alle ore 18, presso l’Espace Populaire di Aosta è in programma la sesta assemblea di Potere al popolo Valle d'Aosta.
Il movimento non ha a raggiunto il numero di sottoscrizioni necessarie per poter presentare la propria lista alle elezioni regionali. Ringraziando i sostenitori, militanti e i notai e sindaci, Potere al Popolo esprime rammarico "perché l’entusiasmo e l’impegno hanno accompagnato ogni singolo appuntamento di raccolta pubblica di firme. Non sono mancate code e attestazioni di stima. Forse ce l’avremmo potuta fare con regole di raccolta simili a quelle previste per le elezioni politiche, dove anche i consiglieri comunali potevano certificare".
Il movimento ribadisce, quindi, le criticità dell'attuale legge elettorale. "Non esiste da nessuna parte, almeno in Italia, l’obbligatorietà di dover raccogliere firme per quasi l’1,5% di tutto l’elettorato – sottolinea Potere al Popolo – Numero che si moltiplica con il numero di liste che vogliono presentare la propria candidatura. Non fosse sufficiente già questo, si deve aggiungere che la legge prevede un numero limitatissimo di tipologie di certificatori. Troviamo incredibile che si debba ricorrere, per gli appuntamenti pubblici dei banchetti, ad una categoria per giunta privata: i notai. Chi l’ha pensata, l’ha pensata proprio bene. Ben sapendo che molti cittadini valdostani hanno timore ad esporsi sottoscrivendo presso il proprio ufficio elettorale, magari del proprio piccolo Comune dove tutti si conoscono, data la “peculiarità”, tutta valdostana, di avere una assodata tradizione nel controllo del voto".
Il movimento punta poi il dito verso quei consiglieri regionali "in cerca di un comitato elettorale per la propria ri-elezione. Costituendo un gruppo in Consiglio regionale, minimo due, si può avallare un qualsiasi progetto di loro scelta. Magari quello che forniva loro maggiore garanzia di ri-elezione. Procurando, in cambio, la possibilità di non dover raccogliere le firme. Ancora echeggiano nell’aria gli appelli, le risposte, i cambi di nome di gruppo e di casacche avvenute in pochissimo tempo proprio a tal fine".
Infine il Movimento dichiara di non "demordere e non abbandona certamente il progetto di una nuova, vera, sinistra. Potere al Popolo è nato in periodo elettorale ma non è nato con il fine delle elezioni. Quelle sono solo un mezzo. Anzi. È nato per ripartire da zero, o quasi, lavorando sul territorio. Tra e con il popolo e con chi ci sta. Siamo convinti che una sinistra che vuole essere chiamata tale è dal basso che deve ricominciare il proprio fondamento. Senza scorciatoie. Ed è quello che stiamo facendo e che continueremo a fare. A partire dal lavoro e dalle condizioni sociali dei nostri cittadini".