La legge regionale in vigore per il rinnovo del Consiglio regionale è "antidemocratica". A denunciarlo è Risposta Civica che sottolinea come l'attuale normativa "rischia di impedire la partecipazione alla competizione elettorale di tutti quei cittadini che non sono legati al sistema dei partiti e che hanno manifestato la volontà di occuparsi della res pubblica, patrimonio di tutti e non di pochi privilegiati".
Allo sbarramento di quasi il 6%, per accedere al Consiglio regionale, "una soglia superiore a quella di tutte le altre Regioni italiane e quasi doppia rispetto a quella richiesta per l'accesso alla Camera dei Deputati", il movimento segnala altre criticità.
Come il numero di firme richiesto alle liste “nuove” non presenti in Consiglio regionale: più di mille firme autenticate e certificate, "il che significa doverne raccogliere in un paio di settimane almeno 1.300. Una disparità di trattamento fra chi è già in Consiglio e chi ne è fuori che non è accettabile".
Inoltre a dispetto di quanto avviene per le politiche, i consiglieri consiglieri comunali non possono autenticare le firme dei sottoscrittori, "cosa che consentirà la presentazione solo delle liste “nuove” che hanno un soccorso nazionale in termini di sostegno organizzativo e di soldi per pagare i notai".
Infine l'età per candidarsi: 21 anni "alla faccia delle belle parole sui giovani, la partecipazione e il protagonismo delle nuove generazioni, neanche sulla maggiore età siamo al passo con i tempi".