Per le elezioni europee del prossimo 26 maggio il fronte autonomista rischia di rimanere con il cerino in mano. Entro metà settimana è attesa dal Pd una risposta sulla richiesta di apparentamento, formalizzata sabato nel corso di un incontro.
“Siamo ancora in una fase esplorativa” spiegava ieri la segretaria del Pd valdostano, Sara Timpano “Ovviamente in caso di apparentamento va concluso un accordo a livello nazionale, che non è immediato e facile”.
L’apparentamento sembra non essere la strada prediletta dai vertici nazionali e anche da una parte del Pd locale, che potrebbero al contrario offrire un posto ad un candidato valdostano nella lista del Nord-Ovest.
La proposta – una sorta di piano B per gli autonomisti – rischia di creare ulteriori mal di pancia nei vari movimenti. Sicuramente non piacerà a chi, specie in casa Uv, da settimane va predicando un patto di desistenza, utile in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, le comunali 2020 e in caso di fine anticipata della legislatura a Roma, le prossime politiche.
Se anche in Valle d’Aosta dovesse continuare nei prossimi mesi a soffiare impetuoso il vento del Carroccio, non è forse meglio tenersi le mani libere, sperando di arrivare a chiudere un accordo con la Lega? Si domanda qualcuno.
Altro problema, non secondario, riguarda la scelta del candidato che, ancor di più in caso di patto con il Pd, dovrà essere quanto più trasversale a tutte le sigle in campo.
“A nostro avviso serve una candidatura innovativa, di rottura verso un certo sistema di fare politica – tratteggiava sempre ieri il profilo del candidato ideale, la segretaria Sara Timpano – un europeista, con una cultura politica in contrasto con il sovranismo”. Chissà se la persona che ha in mente il segretario del Pd corrisponde ad uno dei nomi che al momento circolano nel campo autonomista: l’alpista Marco Gheller, il sindaco unionista Alessandro Giovenzi ma anche l’ex presidente degli albergatori valdostani Alessandro Cavaliere.