Occhi puntati sulla direzione del Pd in programma giovedì. Sarà infatti dalla sede dei democratici che uscirà il verdetto finale sulla corsa per le europee. Ieri sera i tre movimenti all’alleanza progressista autonomista sono tornati ad incontrarsi. Ma al centro della riunione più che la strategia per il prossimo appuntamento elettorale ci sono state le polemiche, quelle che hanno alimentato nel fine settimana la discussione sui social network. Da una parte il neo segretario del Pd, Fulvio Centoz che con un lungo post ha spiegato la scelta di aprire a Uv e Stella Alpina. “La segreteria nazionale del PD – ha scritto Centoz nei giorni scorsi – ha manifestato il suo assenso a concedere l’apparentamento con una lista della minoranza linguistica purché il sostegno a questa lista sia il più ampio possibile, non solo perché i voti così raccolti confluiscono nella lista nazionale del PD ma anche perché tale meccanismo potrebbe far scattare un eurodeputato in più nella circoscrizione nord-ovest mediante il meccanismo dei resti più alti”.
Dall’altra l’ex segretario Raimondo Donzel che sempre sui social ha ribadito il “No” alle larghe intese. “Mi spiegate a cosa servono le larghe intese alle Europee? Ad allungare di due mesi l’agonia della Giunta regionale?” Seguito a ruota da Laurent Viérin di Uvp: “Queste larghe intese non possono far dimenticare e cancellare i contenuti e le visioni differenti che noi abbiamo rispetto al sistema di potere che abbiamo abbandonato e rispetto alla sua degenerazione quotidiana che abbiamo rifiutato, che combattiamo e che continua più di prima, facendo gli interessi di pochi e non il bene della comunità”.
Le due soluzioni, accanto ad una terza, correre da soli nella lista del Pd del Nord-Ovest, saranno sottoposte ora dal segretario Centoz alla direzione in programma giovedì. Ad Alpe e Uvp non resta che stare alla finestra.