L’attuale normativa sull’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari non è chiara. A dirlo sono i gruppi di minoranza rispondendo oggi, nel corso di una conferenza stampa, in relazione alle contestazioni mosse dalla Corte dei Conti relative alle spese dei gruppi del primo semestre del 2013. In particolare la procura ha puntato i riflettori contro 51 mila euro circa spesi dal Pd, 19.000 euro della Stella Alpina, 13.900 del Pdl e 7.800 euro di Alpe.
"La Corte dei Conti – spiega Raimondo Donzel del Pd-Sinistra Vda – ci chiede di specificare nel dettaglio le spese. Su quelle spese, relative a pubblicazioni esterne, siamo assolutamente tranquilli. Siamo in una fase in cui stiamo ricostruendo attraverso fatture le date e daremo una risposta puntuale ai rilievi della Corte dei Conti." E Alberto Bertin di Alpe: "Abbiamo a disposizione tutta la documentazione su ogni singola spesa e quindi c’è una trasparenza e rintracciabilità completa".
Le nuove norme, entrate in vigore il 1° gennaio del 2013, secondo la minoranza non fanno chiarezza e per questo i consiglieri sono stati chiamati a modificare la disciplina. "C’è una nube che avvolge le spese – spiega Stefano Ferrero del M5S – anche noi che vogliamo fare i talebani non riusciamo perché mancano regole certe." Con la nuova legislatura il Pd, in assenza di chiarezza, ha scelto di non utilizzare i fondi. "Ad oggi come gruppo – sottolinea Jean-Pierre-Guichardaz del Pd-Sinistra Vda – abbiamo deciso di non toccare un euro e quindi le spese per le trasferte o altre le stiamo sostenendo personalmente".