Sul federalismo non si torna più indietro. A dirlo è anche il presidente della Camera Gianfranco Fini oggi in visita ad Aosta per incontrare l’Assemblea regionale valdostana. “La scelta di un modello federale è una scelta obbligata e irreversibile – ha dichiarato Fini – perché adottata dalla stragrande maggioranza degli Stati di grandi dimensioni“. Per il Presidente della Camera la scelta del federalismo non è, però, sufficiente e risolutiva: “rimane da affrontare la questione che si pone immediatamente dopo e che attiene alla necessità di individuare il modello di Stato federale”.
Gianfranco Fini, che ha preso la parola in aula dopo il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Cerise, dei Capigruppo in Consiglio regionale e del Presidente della Regione, Augusto Rollandin, si è fortemente concentrato sul rapporto tra federalismo e unità d’Italia. Non senza rinunciare ad una, seppur cauta, contrapposizione alle prese di posizione un po’ forti espresse di recente dalla Lega nord. “Alla base della richiesta, da parte dei cittadini – ha detto – di rafforzare il processo di forte decentramento territoriale e alla base della crescente popolarità che il termine federalismo incontra non vi e’ un nostalgico guardare indietro alle piccole patrie preunitarie e nemmeno il fascino per una inesistente identità padana, ma l’insoddisfazione per il cattivo funzionamento del modello stato centralista”.
Quello auspicato da Gianfranco Fini è quindi un federalismo che non è uno slogan, ma un sistema di governance “capace di diventare fattore di crescita, di sviluppo sostenibile, di coesione sociale e di competitivita’ e non di conflittualita’ e di paralisi decisionale”.
Al termine la terza carica dello Stato ha partecipato con una lectio magistralis alla “Scuola della democrazia“, l’iniziativa formativa per amministratori locali, promossa dal Consiglio regionale, ed in corso in Valle d’Aosta. Diversi anche qui i temi toccati: oltre al federalismo, anche la cittadinanza e la democrazia italiana. Rispondendo ad una domanda di un partecipante al corso il presidente della Camera ha anche ribadito la sua posizione in merito alla legge elettorale. “Bisogna cambiare la legge elettorale avvicinando l’elettorato all’eletto. Siccome la sovranita’ popolare comporta per gli elettori il diritto di scegliersi il deputato e il senatore va da se’ che bisogna cambiare la legge elettorale, e quale poi sia la soluzione che si adotta in una stagione del confronto, si avvicina un po’ l’eletto all’elettore“. “Non è pensabile – ha concluso- che l’elettore possa scegliere il candidato premier, la coalizione, il partito e non i singoli candidati nelle liste”.