L’Imu irrompe all’Assemblea del Cpel e divide gli animi degli amministratori degli enti locali. L’incertezza riguardo la tariffa che ci aspetta nel 2013 è ancora alta, vista anche l’attesa per le risposte politico-economiche a livello nazionale che arriveranno dalle elezioni del 24 e 25 febbraio prossimi.
In questo clima, in cui confluiscono inevitabilmente fattori come l’ormai nota e difficile congiuntura economica e la stessa instabilità politica italiana, il Consiglio permanente degli Enti locali prova a dare qualche risposta.
“Rispetto al riparto approvato all’unanimità il 30 ottobre 2012 – spiega Speranza Girod, Sindaco di Fontainemore – sono stati fatti miglioramenti attraverso un emendamento alla legge di stabilità che detraeva costi diretti e indiretti delle spese socio/sanitarie e che ci hanno permesso di ammorbidire un po’ l’impatto economico del patto di stabilità stesso”.
La nuova proposta, che aumenta la quota legata alla popolazione (dal 22 al 22,5% togliendo questo 0,5% dalla quota fissa) andrebbe a penalizzare i comuni più grossi e popolosi che però vedrebbero l’irpef immobiliare, che prima confluiva nella legge 48, rientrare direttamente nelle proprie casse.
“53 comuni migliorano la propria posizione rispetto alla scorsa delibera – spiega il neo presidente del Cpel Bruno Giordano – mentre dei 21 un po’ più penalizzati 17 vedranno comunque un miglioramento rispetto a quanto deliberato ad ottobre. Per i restanti 3, infine, non ci sarà alcuna variazione”.
Nonostante qualche mugugno in sala il sindaco di Aosta spiega fermamente le sue ragioni: “Siamo in un momento di grande crisi – spiega Giordano all’assemblea – e si devono fare sacrifici. Bisogna evitare il ‘gioco dei birilli’ perché da solo non si salva nessuno. Bisogna tenere il sistema attraverso meccanismi di compensazione: i comuni piccoli non possono scendere sotto una certa soglia pena la loro stessa sopravvivenza, mentre i comuni grandi, per il patto di stabilità, non possono spendere alcune delle risorse che hanno”.
Territorialità valdostana che per Giordano va difesa a tutti i costi: “Il mondo è cambiato e noi siamo ritenuti una manica di privilegiati. Dobbiamo attrezzarci per combattere una dura battaglia e mantenere alta la qualità dei servizi erogati. Dobbiamo restare uniti e mantenere il sistema perché la Valle vive di comuni e territori. Comuni che sono 74 e rimarranno 74, perché sono le sentinelle del territorio”.
Altro discorso invece per quel che riguarda la Tares, che vive di qualche certezza in più, che comunque non lascia grande spazio all’ottimismo.
Franco Manes, sindaco di Doues, nella sua relazione sui costi della tariffa parla chiaro: “La Tares è un ulteriore balzello a carico dei cittadini. L’impatto per il 2013 si presenta davvero importante per gli utenti, visto che passerà dagli attuali 18 euro a tonnellata a oltre 73”.
Nel frattempo il Cpel cerca di venire incontro alle esigenze dei valdostani e approva all’unanimità uno schema di regolamento per il tributo sui rifiuti da presentare all’amministrazione regionale: “L’intervento si può fare ad esempio sulle esenzioni ai cittadini – spiega Manes – dato che il tributo aumenterà mediamente del 35%, ma anche del 50% in alcune zone, mentre la tariffa è calcolata in parte sui metri quadri, in parte sul numero di occupanti delle abitazioni. Ci saranno delle esclusioni del tributo che interesseranno locali tecnici, soffitte, ripostigli e balconi; esenzioni (per le abitazioni occupate da persone assistite dall’ente locale e fabbricati strumentali degli operatori agricoli), e riduzioni tariffarie a discrezione del comune (30% per abitazioni ad uso stagionale o discontinuo, 15% per gli immobili rurali degli imprenditori agricoli con riferimento alla parte abitativa), mentre sono in fase di studio approfondimenti ed integrazioni per casi specifici come campeggi, aree pic-nic e caseifici”.
Laconico, chiude il presidente Giordano: “Questo è un obbligo normativo che lo Stato chiede per battere cassa, sennò sarebbe rimasta la Tarsu. Notizie recenti dicevano che sarebbero state premiate le comunità montane più virtuose, ma così non è: questa infatti è una cifra spalmata su tutta la comunità valdostana, senza distinzioni”.