La Valle d’Aosta normerà l’home restaurant, le iniziative di ristorante a domicilio, diffuse da tempo in molte parti del mondo e che da poco stanno prendendo piede anche in Valle. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità nel pomeriggio di oggi una risoluzione presentata dalla stessa maggioranza e appoggiata da tutti i capigruppo che impegna l’Assessore competente a presentare alla competente commissione consiliare eventuali modifiche alla legge regionale 1/2006 ed al relativo regolamento di applicazione “a tutela della salute pubblica e per garantire tra i vari operatori del settore forme di commercio leali e corrette”. A sollevare la questione di “concorrenza sleale” era stata nei giorni scorsi Confcommercio.
"Nel 2014 sono stati censiti a livello nazionale 7000 cuochi social, con un volume d’affari di 7 milioni di euro" ha detto Claudio Restano dell’Uv ricordando l’attuale "vuoto normativo" sulla materia. "La Valle d’Aosta è all’avanguardia nell’affrontare le materie, quindi, anche su questa deve fare una riflessione". Il gruppo Alpe, che aveva portato questa mattina un’interrogazione sul tema, con Patrizia Morelli ha ricordato come anche sulla ricettività esistano iniziative simili.
"Il lavoro che possiamo fare è sicuramente interessante, andremo a prendere tutti i lavori che ci sono per prendere dei riferimenti" ha annunciato l’Assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz, invitando, comunque, chi svolge questa attività alla "massima cautela, perché delle norme esistono e sono le stesse che valgono per i ristoranti".