“Si può dare una mano – scrive ancora – a Cimberio di St: Christophe, ai fratelli Colliard di Pont Boset per la difesa delle piccole aziende agricole, per i diritti calpestasti dei lavoratori (affaire amianto, salari, pensioni) contro l’inceneritore, una gestione corretta e non speculativa del territorio e delle risorse,ecc, ecc. anche stando fuori dal Consiglio. Certo dentro è meglio, è più facile, si hanno accesso ai documenti, persone a disposizione, attrezzature, privilegi, ma da sempre sono convinto che i diritti delle persone passano attraverso un atteggiamento attivo di tutti i cittadini”.
“Il Consiglio è la cassa di risonanza, ma è la coscienza civica, la partecipazione che crea la società nella quale viviamo – conclude Bortot – La sconfitta elettorale, la non presenza in Consiglio non cancella però le 4120 persone che ci hanno votato per avere una Valle migliore, ci siamo, ci saremo e passata la delusione sono convinto che tanti, veramente tanti, nei partiti, nei movimenti, nei comitati, nelle associazioni, negli enti, continueremo a dare una mano. Chi ha votato “Arcobaleno” non lo ha fatto per il posto (il lavoro ricordiamo che è un diritto e non un favore), per fare carriera, o altro, lo ha fatto per dare il proprio contributo, per migliorare tutti assieme. Questo è quello che penso, questo è quello che mi impegno a fare”.