I risultati elettorali in Valle d’Aosta, al di là dell’apparente vittoria della maggioranza autonomista che governa la Regione, evidenziano un dimezzamento dei consensi per la coalizione unionista.
I dati più significativi, infatti, sono il crollo di consensi della coalizione che ha vinto, la quale – allargata al PdL – partendo da un teorico 56,36% ha raccolto solo il 25,37%. Una perdita secca di consensi in termini assoluti di 23.850 voti. Un vero tracollo se si considera che quasi 14 mila sono i voti che avrebbe dovuto portare in dote il PdL, il cui peso elettorale finale, invece, è stato tendente allo zero virgola o poco più.
Totalmente fantasiose sono pertanto le dichiarazioni dai toni trionfali dei dirigenti regionali PdL sull’apporto del loro peso elettorale al risultato finale, salvo che si voglia sostenere che i 18.376 voti raccolti dal neo eletto Deputato Marguerettaz siano composti dai quasi 14mila voti conseguiti nel 2008 dal PdL e che solo i residui 4 mila siano riconducibili all’area autonomista. Un tale ragionamento pare però alquanto difficile da sostenere!
I dati dimostrano inequivocabilmente che l’appoggio del PdL ai candidati autonomisti, proclamato dai vertici regionali, non ha avuto seguito nell’elettorato di centrodestra, il quale ha evidenziato chiaramente il proprio dissenso rispetto alla scandalosa linea politica tenuta in Valle d’Aosta dal PdL, che, tradendo i propri valori liberali e propri principi meritocratici, ha optato per un’innaturale connivenza con il regime clientelare e dirigistico unionista. L’analisi elettorale del voto del popolo di centrodestra evidenzia come sia ormai improrogabile e necessario riorganizzare la rappresentanza politica di questa area politica, ritrovando l’identità smarrita e formulando una una linea politica coerente e alternativa allo snaturamento spregiudicato perseguito dal PdL in Valle d’Aosta.