Un primo risultato il referendum dell’8 e 9 giugno l’ha raggiunto: riunire tutta la sinistra. Il Comitato referendario vedrà infatti lavorare insieme Partito democratico, Rifondazione comunista, Alleanza verdi sinistra e Valle d’Aosta Aperta, a cui si affiancano Legambiente, Attac, Refugees Welcome, Arcigay, Amnesty international e Valle Virtuosa.
La campagna referendaria prenderà il via il 12 aprile al salone Intrecci di via Binel con l’evento pubblico, in programma dalle ore 17, “Storie dal lavoro”, un momento di confronto e racconto. Durante l’iniziativa verrà dato spazio alle voci di lavoratrici, lavoratori, professionisti, rappresentanti delle associazioni valdostane e referenti del comitato. L’appuntamento vedrà anche l’intervento di alcuni “testimonial” come l’avvocata Silvia Caveri, la fumettista Erika Centomo e il professore Alessandro Pollio Salimbeni, vicepresidente nazionale dell’Anpi, che porteranno contributi da prospettive giuridiche, culturali e sociali.
“E’ un primo momento di confronto e dibattito” spiega Vilma Gaillard, segretaria della Cgil Vda. ” A cui seguiranno altri incontri con il mondo politico e la cittadinanza. Nel frattempo abbiamo già iniziato il porta a porta e i volantinaggi.”
L’obiettivo della campagna è portare sì i cittadini a votare ma anche tornare a parlare di “lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito”. Il Jobs Act, ricorda ancora Gaillard, “ha aumentato il precariato. Bisogna tornare inoltre a ragionare in modo serio sul tema della sicurezza sul posto di lavoro”.
“Non è più accettabile sentire ancora parlare di morti bianche” le fa eco Manuela Nasso di Avs, evidenziando l’importanza dello strumento referendario. “Con questi referendum” aggiunge Paolo Gino di Attac “possiamo dire che vogliamo una società diversa da quella attuale”. Ricorda la battaglia fatta contro il pirogassificatore Paolo Meneghini di Valle Virtuosa per dire che “i cambiamenti partono dal basso”. “Bisogna convincere ad andare a votare per ridare dignità allo strumento del referendum” si accoda Luca Tonino, segretario del Pd.
Da Amnesty international con Stefania Brun e da Refugees Welcome con Federica Mannoni il sostegno al referendum sulla cittadinanza. “La cittadinanza è un diritto, non un privilegio”. “Vorremmo tutto lo ius scholae e lo ius soli, ma questo è un primo passo” spiega Raimondo Donzel di Valle d’Aosta Aperta.
“Siamo insieme a fare delle proposte per il miglioramento della vita di tutti” aggiunge Maria Pia Simonetti di Legambiente. “Questi referendum possono cambiare la tendenza che va avanti da 50 anni, quella di punire il lavoro”.
I quesiti referendari
Cinque in tutto i quesiti referendari su cui i cittadini potranno esprimersi l’8 e 9 giugno.
Il primo chiede lo stop ai licenziamenti illegittimi e ha l’obiettivo di abrogare il contratto a tutele crescenti del Jobs Act per ripristinare il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato.
Il secondo chiede più tutele per chi lavora nelle piccole imprese, andando ad eliminare il tetto massimo (6 mensilità) dell’indennizzo per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 16 dipendenti, lasciando al giudice la valutazione.
Il terzo è per la riduzione del lavoro precario, reintroducendo l’obbligo di motivare i contratti a termine già dal primo giorno, per limitare l’uso ingiustificato del lavoro temporaneo.
Il quarto è sulla sicurezza sul lavoro e vuole estendere la responsabilità delle imprese appaltanti anche in caso di infortuni causati da imprese subappaltatrici, aumentando le tutele dei lavoratori.
Infine il quinto mira a rendere la cittadinanza italiana più accessibile, riducendo da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale per poter richiedere la cittadinanza italiana da parte di cittadini stranieri maggiorenni.
Una risposta
andare a votare ?? MA ANCHE NO !