In 42 comuni valdostani l’offerta Rai è completa, in 33 comuni garantiti i tre canali generalisti

La Rai ha rispettato il contratto che prevede che il 100% della popolazione riceva RAI1, RAI2 e RAI3, ed ha esteso al 67% della popolazione la propria programmazione. Richiesto l'ampliamento dell'offerta alle emittenti private che non hanno obblighi.
Politica
Nella Valle del Gran San Bernardo, nella Valdigne, nella Valle di Champorcher e altre, l'offerta di canali televisivi è rimasta immutata e il segnale continua ad essere caratterizzato da una certa instabilità e poca qualità. Sono le problematiche relative al passaggio al digitale terrestre segnalata questa mattina nel corso del Consiglio regionale da parte del gruppo Vallée d'Aoste Vive/Renouveau che ha presentato un'interrogazione sul tema.

Rispetto ai problemi di segnale, il presidente della Regione Augusto Rollandin ha evidenziato che la Regione ha già provveduto a chiedere alla Rai del controlli su 20 comuni e a procedere ai interventi del caso. Ragionamento diverso riguarda l’offerta dei canali. Per quanto riguarda il pacchetto Rai, l’azienda ha rispettato gli obblighi previsti da contratto che prevedono che il 100% della popolazione riceva RAI1, RAI2 e RAI3, estendo inoltre al 67% della popolazione la propria programmazione. “I comuni che hanno beneficiato dell’ampliamento dell’offerte di canali completa della Rai sono 41, mentre 33 non hanno beneficiato di questa possibilità”.
Se la Rai dunque ha degli obblighi in quanto servizio pubblico, lo stesso non si può dire gli altri editori televisivi. Di fatto l’offerta di canali per altri editori resta a discapito degli stessi ed ogni editori decide in base ai propri piani commerciali e al proprio programma di sviluppo, dunque “nessuna disposizione – ha spiegato Rollandin – impone agli editori di coprire tutto il territorio nazionale”.
La Regione da questo punto di vista ha fatto domanda  all'Associazione Italiana per lo Sviluppo del Digitale Televisivo Terrestre – DGTVi, alla RAI, a Mediaset e a La7 di valutare, in tempi ragionevolmente cori, la possibilità di estendere la diffusione dei loro canali alle zone attualmente sprovviste.

Nella replica il Consigliere Bertin di Vallée d'Aoste Vive/Renouveau ha evidenziato che le aspettative degli abitanti delle vallate laterali sono state disattese e che la richiesta ai canali privati di estendere la programmazione “arriva tardivamente e doveva essere fatta nei cinque anni che hanno preceduto il passaggio al digitale terrestre."

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