La chiusura del Traforo del Monte Bianco preoccupa i vertici Rav
La paventata chiusura del Traforo del Monte Bianco per almeno due anni, preoccupa i vertici di Rav.
Il Presidente Paolo Vietti è stato audito questa mattina in II Commissione in relazione alla mozione
“Impegno per ottenere la revisione delle concessioni autostradali stipulate con le società Rav e Sav”.
Ribadendo come l’obiettivo della società rimane l’equilibrio economico finanziario, Vietti sottolinea come la chiusura del tunnel “inciderà in maniera estremamente significativa e potrebbe far peggiorare i conti di Rav, tenuto conto della natura stessa dell’infrastruttura, un raccordo autostradale che asserve al Traforo”.
Nei giorni scorsi la società italiana del traforo del Monte Bianco (Sitmb) ha confermato al Presidente della Regione, Antonio Fosson, la necessità di chiudere fra circa dieci anni il Traforo per lavori di ammodernamento della volta, che dovrebbero durare almeno 24 mesi.
Non è motivo invece di preoccupazione l’apertura della seconda canna del Fréjus. “L’apertura di una seconda canna, a mio modo di pensare non incentiva un aumento del traffico ma una migliore sistemazione dello stesso, sono le politiche commerciali che influiscono sui livelli di traffico. Vedo la questione più come un incremento dei livelli di sicurezza”.
Sul fronte delle tariffe autostradali, il Presidente di Rav ricorda come la questione sia “endemica” per una società che dispone “di un’autostrada costata moltissimo, con un bacino di traffico limitatissimo” e con un impatto “degli ammortamenti sui conti di bilancio estremamente importante, che riduce il risultato finale e ne mina la positività”.
La società quest’anno ha ottenuto dal Ministero l’aumento tariffario chiesto del 6,32%, ma non è detto che un altro aumento arrivi nei prossimi mesi, dopo la pronuncia del Tar. “Qualora Rav abbia ragione vi sarà un nuovo incremento tariffario” conferma Vietti.
Auditi in Commissione anche i due parlamentari valdostani e i vertici di Sav.
“Il tema delle tariffe autostradali è oggetto di grande preoccupazione – sottolinea il Presidente della Commissione, Pierluigi Marquis -. Dal confronto con i parlamentari valdostani è emerso che, al di là del dibattito mediatico su scala nazionale e dell’introduzione di alcune procedure per un controllo più puntuale dei contratti, sotto il profilo pratico non ci sono novità. Infatti, il congelamento degli aumenti su parte della rete autostradale nazionale al 31 dicembre 2018, che non ha peraltro coinvolto le tratte valdostane, è solo temporaneo e sarà oggetto di una prossima negoziazione con le società interessate”.
A preoccupare è la situazione di Rav “la cui convenzione in essere prevede, da qui al 2032, aumenti tariffari non sostenibili – spiega Marquis -. A questo riguardo, occorre esplorare ogni possibilità nell’alveo della legislazione vigente, compresa quella di addivenire a un nuovo assetto societario interamente pubblico per poter estendere la durata della concessione e, conseguentemente, definire delle politiche tariffarie compatibili con lo sviluppo della mobilità interna alla Regione e l’accessibilità turistica. Questa via è già stata sperimentata dall’autostrada del Brennero.”