La criminalità di stampo mafioso non è radicata in Valle

Le dichiarazioni del giornalista dell’Ansa Abbate sulla presenza di attività di riciclaggio di denaro sporco in Valle, arrivano in Consiglio regionale. Rollandin: “non si segnalano organizzazioni mafiose ma ci sono persone vicine a sodalizi mafiosi".
Impastato e Abbate hanno incontrato gli studenti valdostani
Politica
Tutte le indagini effettuate dalla prima metà degli anni ’90 non hanno segnalato la presenza tangibile dell’operatività di organizzazioni criminali di stampo mafioso, sebbene siano presenti in Valle personaggi riconducibili a sodalizi mafiosi per correità, parentela o vicinanza. Non sono state tanto meno rilevate vere e proprie consorterie di tipo mafioso dedite alle tipiche attività criminali di tali organizzazioni, quali il contrabbando di tabacchi, il traffico di stupefacenti, il taglieggiamento ai danni di operatori economici e lo sfruttamento della prostituzione.

Questo quanto dichiarato dal Presidente della Regione Augusto Rollandin in risposta ad un’interrogazione del consigliere del PD Gianni Rigo nella quale si chiedeva la veridicità o meno delle dichiarazioni fatte alcune settimane fa dal giornalista dell’Ansa Lirio Abbate, nel corso di un incontro con gli studenti valdostani. Abbate, infatti, in occasione dell’incontro sul tema “Libertà di espressione e diritto di vivere” organizzato dall’Assessorato regionale istruzione e cultura e dal SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) in occasione del quarto incontro del “Percorso della legalità” aveva affermato che “Il clan dei Casalesi e dei Corleonesi ha investito molto in Valle d’Aosta. Qui ha ripulito il denaro della mafia, sporco di sangue”.
A tali dichiarazioni “nessuno ha sentito il dovere di rispondere o di precisare in merito” ha evidenziato Rigo, che ha domandato il perché di tale atteggiamento da parte delle istituzioni  e se tali dichiarazioni corrispondessero al vero.
 
Da quanto reso noto dalla risposta del presidente della Regione risulterebbero inesistenti in Valle anche manifestazioni di rilievo riconducibili ad associazioni di persone di origine extracomunitaria. “Ci sono controlli e attività investigative puntuali e penetranti – ha spiegato Rollandin – in collaborazione con le strutture antimafia che operano a livello nazionale e internazionale”.

E’ stato tuttavia riconosciuto come la presenza della Casa da Gioco di Saint Vincent rappresenti un bacino di interesse per le attività di riciclaggio da parte delle associazioni mafiose, così come lo sono il settore del Turismo e dell’edilizia, come si evince dalla Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta per l’anno 2007.

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