“Un bilancio di rigore ed equilibrato: pur avendo 110 milioni di euro in meno rispetto all’esercizio 2011, manteniamo le stesse scelte politiche, indicando la sanità, le politiche sociali, l’istruzione e lo sviluppo economico come i settori prioritari d’intervento”.
La finanziaria e il bilancio di previsione della Regione per il triennio 2012/2014, che al netto delle partite di giro, si attesta sui 1.470 milioni di euro per l’anno 2012, 1.458 milioni per il 2013 e 1.450 milioni per il 2014, ha ottenuto il parere positivo, a maggioranza, della seconda Commissione consiliare “Affari generali”.
Alle parole del presidente Andrea Rosset si associano quelle del capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone: “Il bilancio è assolutamente in linea con le aspettative di questo particolare momento di crisi congiunturale ed è impostato in modo molto chiaro e lineare, caratterizzandosi per l’aver mantenuto i provvedimenti anticrisi che contraddistinguono in modo sostanziale il bilancio stesso.”
L’opposizione, però, non è apparsa affatto convinta.“L’impianto del bilancio è vecchio e non è all’altezza dei tempi di crisi – hanno attaccato i consiglieri dell’Alpe -. Il documento si caratterizza per i tagli che colpiscono in particolare la finanza locale, mortificando così l’attività dei Comuni, e più in generale tutti i settori, senza evidenziare scelte politiche coraggiose di base”.
Secondo Alberto Bertin e Albert Chatrian, infatti “emerge l’aumento dell’indebitamento della Regione, che passa a 370 milioni di euro, attraverso un secondo canale di autorizzazioni a Finaosta: si tratta di un fatto che, in una fase di crisi di debito come quella che stiamo attraversando, ci preoccupa perché dilata i costi nel tempo e sposta il peso del debito sulle future generazioni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Pd, che Raimondo Donzel ha espresso “forti perplessità su un bilancio che non si fa carico fino in fondo dell’aggravamento della crisi, ma si presenta come una presa d’atto dei tagli imposti alla Regione autonoma dal Governo Berlusconi. Mancano le scelte strategiche e i tagli sono a macchia di leopardo, con evidenti incoerenze come la nuova ripartizione che riduce i fondi a disposizione dei Comuni, in barba al federalismo e alla sussidiarietà, e l’introduzione di una tassa di soggiorno che, se applicata, ridistribuisce ai Comuni ricchi e lascia a bocca asciutta gli altri”.
I due gruppi hanno già annunciato che presenteranno diversi emendamenti in aula.