Il lungo pellegrinaggio della campagna elettorale per la lista Vallée d’Aoste, che ha toccato 62 comuni in tutta la regione, si è concluso in un teatro Giacosa stracolmo di gente. Schierati tutti i big della politica regionale e cittadina delle tre forze che sostengono Rudi Marguerettaz e Albert Lanièce alle prossime elezioni politiche.
E come in tutta questa faticosa campagna elettorale è il tema dell’attacco all’autonomia a scaldare il cuore della platea. Sulla questione dell’assedio allo statuto speciale è il sindaco di Aosta, Bruno Giordano. “La posta in gioco non è poca cosa. Abbiamo vissuto la schizofrenia di un governo tecnico bocconiano quando bisogna usare la calcolatrice, meno competente quando bisogna applicare la costituzione“. “Abbiamo rapporti con uno stato che non rispetta i patti come è successo con la legge sul federalismo fiscale” aggiunge il senatore uscente Antonio Fosson.
E poi i due candidati che buttano altra carne sul fuoco. “Nei comizi di queste settimane soprattutto gli anziani – ha detto Rudi Marguerettaz che corre per la Camera – ci hanno ricordato che bisogna difendere il diritto all’autonomia e riscoprirne i valori”. “La perdita delle nostre prerogative – ha aggiunto Albert Lanièce, candidato al Senato – sarebbe una sciagura. E il nostro compito dovrà essere che i motivi del nostro statuto sono ancora attuali. Non siamo un territorio dove si fregano i soldi, ma una regione che grazie allo statuto abbiamo potuto gestire i vari settori della nostra realtà”.
Ma il vivo del comizio di chiusura per i tre partiti della coalizione – Union Valdôtaine, Stella Alpina e Fédération autonomiste – è dedicato alle stoccate contro gli antagonisti di questa corsa elettorale, soprattutto per gli ex amici dell’Uvp fuoriusciti da poche settimane. “Il loro è un progetto monco – ha detto il presidente unionista Ego Perron – che divide proprio nel momento in cui bisognava unire, nel momento in cui l’autonomia è più sotto attacco. Vanno sul territorio a dire ‘Réunir’. Vergogna”. “Un candidato è uscito dal suo movimento lamentando poca democrazia – va giù duro Rudi Marguerettaz – poi si è candidato prima di fondare il suo nuovo movimento”.
Anche la Presidente del Consiglio Valle, Emily Rini non va tanto per il sottile riferendosi al candidato dell’Union Valdôtaine Progressiste che aveva confessato di aver votato Matteo Renzi alle primarie del PD: “Non capisco chi ha abbandonato l’Uv nel momento dell’attacco alla Valle per personalismo, chi ha votato il rottamatore che vuole cancellare le regioni a statuto speciale”.
Ma chi strappa l’ovazione finale è il presidente della Regione, Augusto Rollandin che lancia l’affondo. “Qualcuno va in giro a dire: “Vota pure il candidato unionista, ma lascia perdere quello di Stella Alpina (Rudi Marguerettaz, ndr). Ma hanno capito tutti che il giochino vota per me ma non lo dico a nessuno non va bene per noi. Va bene in Sicilia, ma non in Valle”.